Covid-19, intervista a un (ex)positivo: numeri utili e consigli importanti

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Benevento – “Disagio e smarrimento”. Se provate a chiedere a un paziente Covid come ha reagito alla notizia della sua positività, vedrete che non andrà lontano da questa risposta. Potrà capitare che qualcuno utilizzi sinonimi, del resto ce ne sono svariati, ma conta quanto viene trasmesso. E Francesco – lo chiamerò come me per tutelare la sua privacy – è stato per tempo in balia delle onde del mare in tempesta. Oggi, naufragato finalmente sull’isola dei negativi, ha deciso di raccontarci la sua esperienza personale per una ragione. “So che sono uno dei tanti, ma voglio parlare per dare dei consigli. Quando sei positivo non sai cosa fare, e purtroppo non è un modo di dire”.

In che senso, ci scusi?
“Non mi riferisco alla noia, se si tratta di preservare la salute bisogna mettersi l’anima in pace e fare di necessità virtù. Dico che non sai cosa fare perché non ci sono direttive chiare, sei a tutti gli effetti un alieno”.

Andiamo con ordine, quando ha scoperto di avere il Covid?
“Lo scorso 2 novembre mi è arrivata la notifica. Il tampone effettuato il giorno prima presso un laboratorio privato era risultato positivo”. 

Qual è stata la prima cosa che ha pensato?
“Proprio questa: ‘e adesso cosa faccio’?”

E dunque cosa ha fatto?
“Fortunatamente non avevo sintomi gravi. La difficoltà per quelli come noi è capire come muoversi. Nessuno riesce a darti le giuste indicazioni, a partire dal medico di famiglia fino ad arrivare all’Asl, che è irreperibile. Ho inviato due mail e telefonato a un numero che mi ha consigliato un amico, ma per dieci giorni nessuna notizia. Squillava a vuoto”. 

Poi cosa è successo?
“Dopo dieci giorni, con somma sorpresa, l’Asl mi ha telefonato per fissare il tampone di controllo a 18 giorni di distanza dalla positività”. 

Un iter burocratico, nulla di cui stupirsi.
“Sì, a quanto pare sì. Ma il senso di smarrimento percepito nei dieci giorni in cui mi sono sentito abbandonato da tutti non è quantificabile”.

Quindi si è sottoposto al secondo tampone. Difficoltà?
“Sì, mi sono sottoposto al tampone di controllo dopo 18 giorni seguendo le disposizioni. Prima di effettuarlo mi è stato richiesto di compilare un modulo: nome, cognome, codice fiscale, indirizzo e numero di telefono al quale mi avrebbero poi comunicato l’esito via sms”.

Tutto fila liscio allora?
“Non proprio, io quell’SMS non l’ho mai ricevuto”

E come ha appreso della sua negativizzazione?
“Sembrerà strano, ma grazie ad amici. Mi hanno consigliato di scaricare un’app, si chiama eCovid Sinfonia. Inserisci i tuoi dati e ti esce la cronologia tamponi. E’ così che ho scoperto di essere negativo. Stesso procedimento per due dei miei familiari, che hanno combattuto questa battaglia psico-fisica insieme a me, essendo anch’essi risultati positivi”.

Mi perdoni, quindi nessuna comunicazione ufficiale è giunta al suo cellulare?
“No, nessuna. Sono andato a cercarla io. E’ la stessa cosa che consiglio ai tanti positivi in attesa del risultato del successivo tampone”. 

Una volta appresa la notizia della negatività il calvario non può comunque dirsi concluso. Serve una delibera dell’Asl. L’ha ottenuta?
“Anche in questo caso ho dovuto compiere io un passo decisivo. A tre giorni dalla attestata negatività ho deciso – confortato dalle disposizioni – di recarmi personalmente all’Asl per chiedere il documento necessario al personale. Ho trovato un personale accogliente che mi ha fornito numeri utili e mi ha rassicurato: invieranno al mio medico di base che poi a sua volta lo girerà a me”.

Si infittisce la serie di ingranaggi, e la ruggine non manca.
“In effetti. Mi chiedo se non mi fossi mosso io quando sarebbe arrivato quel documento. Fermo restando che al momento non è ancora giunto alla mia mail”.

Qualche consiglio per chi si trova o troverà nella sua stessa situazione?
“Sembrerò banale ma il primo consiglio è prestare attenzione. Una volta contagiati oltre alla malattia in sé dovrete affrontare tante, troppe peripezie burocratiche”. 

Parlava di numeri utili, prima, quali sarebbero? Potrebbero fare comodo a chi cerca chiarimenti: 
“Certo. 0824/308262, 0824/308264, 0824/308265. Me li hanno forniti direttamente loro, ma prima non ne avevo trovato traccia sui canali ufficiali e credo di non essere stato il solo”. 

Non è che anche questi squilleranno a vuoto?
“Guardi, li ho chiesti proprio perché conosco almeno altri 5 pazienti positivi che cercavano informazioni. Uno di loro ha chiamato appena glieli ho forniti e ha ottenuto prontamente risposta. Un altro ha inviato due mail per capire se può o meno allontanarsi da casa nonostante il tampone negativo. Avendo il papà in isolamento perché contagiato, vorrebbe sapere cosa fare. Sono passati sette giorni, ancora niente. E chissà quanti sono nella sua stessa situazione”.

Sia sincero, questa esperienza l’ha sfiduciata?
“Sarei ipocrita a rispondere no. Sì, mi sono sentito solo nonostante fossi a casa mia. Non dal punto di vista affettivo, i miei amici non mi hanno mai lasciato, parlo di istituzioni. E’ stata una brutta parentesi, persino difficile da spiegare”. 

Ora che è negativo si sente più tranquillo?
“Per niente, anzi, le accortezze sono triplicate. Sono ancora più consapevole di quanto sia reale la minaccia”. 

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