Giuseppe Costanza ha passato un quarto di secolo dopo la strage di Capaci, dove era sopravvissuto a trecento chili di tritolo, come mai avrebbe pensato. Un uomo semplice che pensava di aver vinto la sua lotta a viso aperto con la vita ma che ha poi scoperto un nuovo, difficile nemico da sconfiggere, la burocrazia italiana. Così l’ex autista di Giovanni Falcone ha deciso di scrivere un commovente libro, Stato di abbandono (proventi totalmente devoluti in beneficenza).
Nel Sannio lo ha presentato in un San Vittorino gremito da studenti e non solo, proprio a loro ha parlato col cuore in mano, durante un evento organizzato dall’Università Telematica Giustino Fortunato e con la presenza dei professori Paolo Palumbo, Giovanni Tartaglia Polcini, l’assessore Felicita Delcogliano ed il responsabile di Libera, Michele Martino con la moderazione del giornalista Alfredo Salzano.
La voce rotta dall’emozione in più di un’occasione, i ricordi sono meno nitidi ma i sentimenti restano forti. Il rapporto con Giovanni Falcone “mi chiese se ero disponibile a guidare la sua auto, non me lo impose”, il totale abbandono da parte delle istituzioni post Capaci “non mi aspettavo, una volta dimesso dall’ospedale, di diventare il nuovo procuratore ma nemmeno di finire nel dimenticatoio quasi a fare le fotocopie”. Nemmeno la medaglia d’oro al valore militare ha scalfito la sua delusione: “Non è una medaglia – ha proseguito Costanza – a dar valore a quello che hai fatto. Ma è la considerazione che da parte della gente c’è sempre stata, quella delle istituzioni no. Nemmeno la Commissione Antimafia mi ha mai voluto ascoltare, come se la mia esperienza fosse assolutamente insignificante”.
Quando passa a parlare della sua “seconda vita”, la voce diventa carica d’emozione: “Una volta dimesso dall’ospedale sono voluto passare sul luogo dell’attentato e continuo a passarci di continuo. Oggi, dopo tanti anni, mi sveglio ancora di notte, sudato, e mi torna alla mente qualche flashback ma è molto sfocato e lontano”.
Alle domande degli studenti presenti, Costanza ha lanciato un monito: “Se c’è del marcio, qualcosa che vi fa stare male, affrontate sempre il problema. E studiate, arate il cervello che poi vi darà certamente i frutti sperati”.
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