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Consiglio provinciale col botto: Di Cerbo abbandona l’aula in protesta con Ricci e Pd

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Benevento – Ultimo consiglio provinciale dell’era Claudio Ricci, quale Presidente, non senza violenti sconquassi politici nella Sala Consiliare della Rocca dei Rettori. Il sindaco di Amorosi, e consigliere provinciale di maggioranza, Giuseppe Di Cerbo ha abbandonato subito l’Aula in aperto contrasto con una decisione dello stesso Ricci in materia di opere pubbliche. Appare chiaro, dunque, che Di Cerbo non voterà per il candidato del PD, Francesco Damiano, alle prossime elezioni per il Presidente della Provincia del 31 ottobre. Ma questa mattina, in una seduta consiliare molto lunga e durata oltre quattro ore, si è parlato anche di rifiuti e della gravissima situazione finanziaria dello Stir di Casalduni,  colpito da un pesante incendio lo scorso 23 agosto che ne ha bloccato le attività. I 54 lavoratori dell’impianto sono in Cassa Integrazione a zero ore e l’Azienda rischia il fallimento.

Oggi in Aula è stato lanciato un ultimatum dall’advisor legale della Samte, Antonio Pio Morcone, ai vertici della Provincia: “Possiamo ipotizzare anche la questione della fine della Convenzione Samte – Provincia per la gestione delle discariche post mortem in quanto, in mancanza di finanziamenti, la Samte andrà fallita“. Sottolineata da tutti l’assenza della Regione Campania e del vice presidente Fulvio Bonavitacola: si è trattato evidentemente di un fatto grave perché l’ente sembra non volersi accollare parte di responsabilità in una vicenda che ha molti colpevoli e, tra questi, sicuramente anche la stessa Regione. La crisi della Samte è destinata a incidere pesantemente sul futuro dello stesso Sannio. Incombe ormai una pesantissima emergenza rifiuti in quella che è tuttora la Provincia campana leader nella raccolta differenziata. Sulla vicenda ha inciso pesantemente anche la mancata corresponsione delle tariffe da parte dei Comuni, come ha riconosciuto lo stesso Morcone: un ammanco di svariati milioni di Euro.  Il presidente Ricci, su quest’argomento molto scottante, ha ribadito: “Oggi lo Stir è fermo per le entrate finanziarie, ma è tuttora in funzione per le uscite. Rischiamo dunque il blocco totale. La Provincia di Benevento deve aspirare all’autonomia sul ciclo dei rifiuti, bisogna iniziare e terminare qui. Non possiamo diventare la pattumiera di altri territori, come avvenuto in passato quando ci hanno riempiti di rifiuti provenienti da altre parti della Campania. Lo Stir di Casalduni è un impianto che va rimesso in piedi il prima possibile, va possibilmente potenziato secondo il percorso fatto con la Regione Campania, in piena trasparenza, sicurezza e senza rischio per la salute dei cittadini sanniti. Il problema è che lo Stir è sotto sequestro e ho chiesto al Procuratore della repubblica un parziale dissequestro“.

Presente il neo presidente dell’Ato, Pasquale Iacovella“I lavori già finanziati non possono iniziare visto che l’impianto non è di fatto più quello di un tempo dopo l’incendio. I Vigili del fuoco hanno richiesto accurati accertamenti per la staticità dell’impianto, al fine di assicurare la pubblica e privata incolumità. Il 30 ottobre è stata fissata una prima ispezione da parte dell’Università del Sannio. In questo momento sono in corso i lavori per la rimozione delle ecoballe che andranno avanti verosimilmente per circa 5, 6 mesi. Non ci sono le condizioni per una immediata ripresa delle attività”. Iacovella ha poi esortato la Regione: “Come si può localizzare un doppio impianto di compostaggio nel giro di 10 chilometri? ( si riferisce a Sassinoro e alla stessa Casalduni,  ndr). Dobbiamo riflettere anche sulle morti da tumore, occorre una risposta vera da parte della Regione sul destino e sul futuro dei territori“. E’ quindi intervenuto l’amministratore unico della Samte, Domenico De Gregorio: “Siamo in Concordato preventivo. Abbiamo gli impianti sequestrati dalla Magistratura e cumuli di rifiuti da bonificare nei capannoni. Dobbiamo riottenere le autorizzazioni dei Vigili del Fuoco che si avranno solo dopo la bonifica e la messa in sicurezza di strutture e impianti. Teniamo in debito conto la questione del pagamento dei premi assicurativi ma dobbiamo pensare a come salvare il posto di lavoro di 54 dipendenti. Si tratta di 11 o forse 15 mila tonnellate di rifiuto non combusto e altre 1.700 tonnellate di rifiuto combusto da smaltire. Dobbiamo per il momento ridurre i costi di gestione e dobbiamo chiedere un piano straordinario alla Regione. Il problema è ottenere una risposta dalla politica“.

I sindacati Cgil e Uil, presenti con Antonio Tizzani, Michele Caso e Cosimo Pagliuca, si sono detti molto preoccupati della situazione e hanno ricordato che il periodo di  cassa integrazione sta per terminare. Il dramma della Samte si consumerà nel giro di pochi mesi e sarà verosimilmente il nuovo Presidente della Provincia a doversi confrontare con questa “bruttissima gatta da pelare”. Seduta frizzante, come detto, con l’affondo di Di Cerbo: “Mentre siamo qui, un dirigente della Provincia, Salvatore Minicozzi, sta procedendo alla modifica di alcuni progetti relativi al mio comprensorio, rispetto a una programmazione fatta dove erano stati stabiliti 200mila euro per tre interventi. Sono diventati prima 140 e poi 90mila. Se la legge Delrio, allora, ci ha messo nelle condizioni che il presidente deve essere commissario e deve decidere tutto lui, noi che ci stiamo a fare? L’etica politica che ci dovrebbe contraddistinguere è almeno quella di essere informati. Pertanto io abbandono l’aula“. Non si è fatta attendere la replica di Ricci: “Il mio sguardo deve andare a 360 gradi, devo guardare a tutte le priorità del territorio. Tutti i consiglieri hanno legittimamente portato alla mia attenzione le loro priorità. Ho impedito al consigliere Di Cerbo di fare la parte del leone su quel comprensorio, portando 90 mila euro dei 200 mila solo sul suo paese Amorosi. Sono orgoglioso di quello che ho fatto perché devo badare a tutti i comuni che non riescono ad avere risorse per questa annualità. Penso che sia questo il “giusto” modo di finalizzare le risorse”.

Si è quindi passati a parlare  del “Piano Provinciale per il dimensionamento scolastico e la programmazione dell’offerta formativa anno 2019 ratifica”. Il presidente Ricci ha rimarcato: “Ho ascoltato le sollecitazioni, le richieste e le raccomandazione che provenivano da questo tavolo perché non ho mai ritenuto giusto che la politica si soprapponesse alle esigenze del mondo della scuola. E’ emersa, in maniera unanime, la richiesta di non modificare nulla rispetto all’anno scorso e l’ho rispettata“. La delibera è stata approvata all’unanimità. Approvato anche il terzo punto:

  • Lavori  di costruzione della strada a scorrimento veloce “Tangenziale Ovest di Benevento”. Risarcimento danni da occupazione illegittima ed accessione invertita, aree alla località Gran Potenza del Comune di Benevento in proprietà della ditta Formato Antonio ed altri (La proposta è passata con 5 voti a favore, 2 contrari e 1 astenuto).
  • L’A.S. Asea e il suo Piano Programma 2018/2020. Budget 2018 e Budget pluriennale 2018/2020 ha visto quindi l’approvazione del Consiglio anche perché sono state previsti i recuperi di somme che si dicono indebitamente percepite da precedenti amministratori (La delibera è passata con 5 voti favorevoli, 2 contrari e un astenuto).

Il consigliere Ruggiero ha rimarcato il valore di una Convenzione tra ProvinciaAsea per la gestione triennale della diga di Campolattaro: “Finalmente ha le potenzialità per entrare in funzione dopo decenni di stasi“.  E’ stato infine rinviato l’affidamento pluriennale all’ A.S. Asea  del servizio di accertamento, ispezione e controllo degli impianti termici per la climatizzazione.  

     

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