La Scuola, l’Università, il lavoro, l’innovazione, la ricerca: questi i temi affrontati stamani presso l’Aula Ciardiello dell’Università degli Studi del Sannio nel corso dell’incontro con Coelmo, l’azienda specializzata nella progettazione, produzione ed assistenza post vendita di gruppi elettrogeni industriali e marini dal 1946.
In via delle Puglie, nell’ambito del ciclo di “business testimony, in una occasione di confronto promossa dal Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quantitativi (Demm) e dai docenti Maria Rosaria Napolitano, Angelo Riviezzo e Antonella Garofano, ”, è stata oggi protagonista il cavaliere del lavoro Stefania Brancaccio, vicepresidente di Colemo, che ha portato la propria testimonianza sul lavoro e sulla mission della azienda, che si distingue per la ricerca costante di soluzioni innovative e sostenibili, in altre parole per cercare sempre di ottimizzare la combinazione tra l’affidabilità delle fonti energetiche tradizionali e la sostenibilità delle energie rinnovabili. Presenti il rettore dell’Ateneo sannita, Filippo de Rossi, e il presidente di Confindustria Benevento, Filippo Liverini.
Proprio il Presidente di Confindustria ha perorato con forza la causa del progetto “Scuole-lavoro” che vede lo stesso Liverini impegnato in un vero e proprio “tour de forze” sia nell’ambito della Scuola che della stessa Università per cercare di far convivere i poli dell’istruzione, quale essenziale strumento di insegnamento, del Lavoro, necessario completamento della personalità, e della ricerca scientifica ed innovazione, elementi indispensabili per il progresso. “L’economia globale sta cambiando. Occorre per il nostro Paese un approccio diverso dal passato. Oggi tutto è molto più circolare”: ha dichiarato Liverini.
Il Presidente di Confindustria ha pure sottolineato che “non bisogna allontanarsi dal mondo dell’impresa. Può dare lavoro e occupazione“.
La vice presidente della Coelmo a questo proposito, non ha mancato di sollevare un critica allo stesso mondo accademico e universitario in particolare per quanto concerne la strutturazione e la configurazione didattico-scientifica della Facoltà di Economia che, a suo giudizio, oggi presenta troppa staticità nelle materie di insegnamento rispetto al mondo che cambia velocemente.
La Brancaccio ha rimarcato: ” Un binomio che deve assolutamente camminare sinergicamente. L’innovazione deve essere accompagnata alla sostenibilità, al problema economico e a quello sociale”.
L’imprenditrice ha quindi concluso: “Occorre attenzione al creato, proprio come dice il nostro Papa. Il creato inteso come umanità, come innovazione e sempre nell’ottica della sostenibilità di tutto l’ecosistema“.