Chiusura Cives: focus sul mondo del lavoro 4.0 e sulla digitalizzazione

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Benevento- Il mondo del lavoro è costretto al cambiamento. Digitalizzazione e nuove tecnologie saranno i fattori che più influenzeranno il lavoro e la condizione dei lavoratori nel prossimo futuro. «Lavoro 4.0» è stato il tema centrale del convegno svoltosi nella Sala Leone XIII di piazza Orsini,.

Il convegno ha chiuso l’undicesima edizione di Cives- Laboratorio di formazione al bene comune coordinato da Ettore Rossi direttore direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Benevento. Evidenziato il significato della grande trasformazione digitale della società, non solo dal punto di vista economico-produttivo ma anche e soprattutto nei confronti dell’attività umana. Il convegno, ha avuto come obiettivo quello di far luce sulle principali tecnologie che stanno alla base della grande trasformazione in atto, spiegando quali impatti ha il mondo dei dati sulla nostra sfera personale e quali tutele da un possibile grande fratello esistano.

Si impone il tema dell’impatto della trasformazione digitale sul mondo del lavoro si pone a metà strada tra tecnologia e scienze sociali ed è quindi di particolare interesse per un’università che coniuga questi due aspetti nel lavoro di ricerca e insegnamento. La quarta rivoluzione industriale richiede quindi una stretta collaborazione tra automazione e digitalizzazione che si concretizza nell’integrazione delle nuove tecnologie sia produttive sia di manipolazione e gestione dell’informazione al fine di incrementare la produttività e le condizioni di lavoro.

Il rapporto tra lavoro e digitalizzazione si sta affermando quale tema centrale rispetto alle riflessioni che si stanno svolgendo sia a livello internazionale che nazionale. La discussione sta coinvolgendo quindi interlocutori a diversi livelli e naturalmente, nel nostro Paese, un contributo importante può e deve arrivare dalle parti sociali. Si tratta indubbiamente di una discussione complessa perché l’evoluzione del rapporto tra tecnologia e lavoro produrrà dei cambiamenti sui modi di lavorare, che si rifletteranno su lavoratori e imprese.

Per questo, al fine di promuovere la trasformazione digitale e gestirne opportunamente le implicazioni, stiamo lavorando per portare un reale cambiamento sia a beneficio della competitività delle imprese, che dello sviluppo del capitale umano, sia per preservare l’occupabilità delle persone e prevenire conseguenze sfavorevoli di ordine sociale del cambiamento strutturale in corso.

Il primo nodo da affrontare, in questo senso, è costituito da un contesto normativo e contrattuale che regola i rapporti di lavoro in Italia, che è ancora – fondamentalmente – il risultato della tradizione imprenditoriale manifatturiera del Paese. Conseguentemente gli strumenti di cui disponiamo per gestire la trasformazione digitale devono essere implementati. Questa esigenza può quindi diventare la prima opportunità da cogliere, se tutti gli attori interessati (istituzioni, imprese e sindacati), correttamente indirizzati, collaboreranno per colmare questa carenza, lavorando insieme.

Ettore Rossi ha rimarcato: “I Giovani  rappresentano molto spesso  hanno rappresentato l’anello debole della comunità italiana proprio per quanto riguarda  la mancanza di lavoro. Questo crea poca dignità. Nel Mezzogiorno il lavoro 4.0 potrebbe essere un’occasione  per agganciare un’occasione nuova”. Il sindaco di Benevento Mastella ha rimarcato la grande disparità  tra settentrione e meridione per i macroscopici  investimenti del passato.

Alessandra Damiani che ha relazionato questo pomeriggio ha rimarcato: “Intendere quindi l’azienda come un luogo di formazione potrà costituire per i ragazzi un elemento di qualificazione della didattica e del percorso formativo, rendendo concreto e realmente efficace, per il loro futuro, il progetto di alternanza scuola-lavoro al quale prenderanno parte”.

La Damiani ha rimarcato come occorre che ci sia una trasformazione  al mondo del lavoro: pensiamo all’impatto della tecnologia. Avviene con una velocità sconosciuta in passato. Lo vediamo dai mutamenti sempre più impressionanti. Uno strumento complesso all’interno del quale convivono decine di app diverse in costante incremento quali- e quanti-tativo. E soprattutto, cosa ancor più importante, ci tiene costantemente interconnessi. Viviamo una fase nella quale i mutamenti vengono avvertiti da parti consistenti dell’opinione pubblica, composta in buona parte da lavoratori, come pericolosi. Soprattutto per la propria stabilità professionale. Per le condizioni di vita proprie e della propria famiglia.

 

  

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