Benevento – Difficile da credere, ancora di più farsene una ragione. Tra pochi giorni il centro sociale polifunzionale “E’ più bello insieme” di via Firenze cesserà la propria attività dopo 17 anni. Non una scelta, ma un obbligo. La Regione Campania ha già attivato le pratiche burocratiche necessarie per la chiusura negando di fatto un servizio di grandissima utilità alle 45 persone diversamente abili che lo frequentano. Un duro colpo per loro e per le rispettive famiglie, oltre che per la Caritas che nel pomeriggio odierno ha preso parte al sit in di protesta tenutosi all’interno della struttura con l’obiettivo di spiegare a cittadini e giornalisti le tappe drammatiche di una vicenda piena di ambiguità.
E così il proiettore comandato dal coordinatore della Caritas di Benevento, Angelo Moretti, si è acceso provando a sua volta a far luce sulla questione in una delle aule della ex scuola di San Modesto, per l’occasione gremita di persone intenzionate a capirci qualcosa in più. La sequenza dei documenti ha ripercorso i vari passaggi da gennaio in avanti. Nei primi giorni del 2018 il Comune di Benevento ha comunicato alla cooperativa “La Solidarietà”, che si occupa della gestione del centro, la volontà di chiuderne le porte. La motivazione è individuabile nella mancanza di fondi, con spese insostenibili dall’ente in mancanza del supporto della Regione. Da quel momento è iniziata una sorta di odissea che ha condotto le famiglie a numerosi dialoghi con gli esponenti comunali risoltisi con una proroga fino al 30 aprile.
Successivamente ai fruitori è stato richiesto di partecipare al costo del servizio attraverso un nuovo bando che valutava l’Isee della famiglia e non quello socio-sanitario, una decisione che ha destato stupore ma che non ha fermato le intenzioni della stessa associazione. Il 3 maggio si è tenuto un nuovo incontro che ha avuto all’ordine del giorno l’assunzione degli oneri in mancanza del vitale supporto regionale. Le famiglie si sono dette disposte a farsi carico delle spese fino al trasferimento dei fondi regionali stabilendo che la fatturazione sarebbe avvenuta appena possibile.
“E qui, quando tutto sembrava finito, è arrivata una bella sorpresa”, precisa Moretti. La sorpresa è la visita dei Nas dello scorso 14 maggio, a una ventina di giorni dall’incontro con i dirigenti comunali. “Mai avevamo ricevuto questo onore in 17 anni, ma è anche vero che non abbiamo avuto nulla da temere. La struttura presenta condizioni igieniche perfette, le zone che non ritenevamo in sicurezza o umide le abbiamo chiuse. E del resto il verbale dei Nas parla chiaro. Anomalie non ne risultano, e quando ci è stato chiesto di presentare dei documenti lo abbiamo fatto tempestivamente”.
Nonostante tutto, il Comune sospende la revoca il 28 maggio a causa del provvedimento Nas. “Abbiamo fatto presente che era tutto in regola, ma ci è stati risposto che non abbiamo l’autorizzazione ad utilizzare i locali del piano terra. Ci teniamo a precisare la mancanza di un contratto non dipende certo da noi, ma da una trattativa in corso tra le parti interessate. A quel punto la Regione Campania invece di rassicurarci ci ha imposto la chiusura entro il 30 giugno. Ma andremo avanti, perché su questa vicenda bisogna fare chiarezza”, conclude Moretti.
Nel frattempo l’arrivo in aula di Don Nicola De Blasio surriscalda ulteriormente la situazione: “In questa città i servizi sociali non esistono, non si può chiamare la Caritas solo quando se ne ha bisogno. Se il servizio vuole farlo il Comune, ben venga, ma non possono usare la legge solo quando conviene a loro. Le istituzioni si prendessero le proprie responsabilità”. Il sacerdote ha poi rincarato la dose dialogando con i giornalisti senza riuscire a darsi pace: “Questi ragazzi stanno tornando alla vita grazie alle tante attività didattiche del centro, cosa gli andiamo a dire?”. Quando la scuola si svuota tristemente, resta questo punto di domanda. Domani, intanto, esponenti della Caritas hanno fissato un appuntamento con Mastella per un confronto che si spera possa portare finalmente a soluzioni positive. Quelle che non sono arrivate negli ultimi mesi.
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