In riva all’Arno un campionato così non lo vivevano da quasi vent’anni. I 26 punti conquistati dalla Fiorentina in 26 giornate sono il peggior risultato ottenuto dalla stagione del fallimento del club, quando a questo punto del torneo la Viola era riuscita a raccoglierne soltanto 21. Era il campionato di serie A 2001/2002, quello che spalancò le porte del baratro prima di un’affannosa ripartenza dalla serie C2. Neppure lo scorso anno, quando il ruolino di marcia era considerato ben al di sotto delle aspettative, la Fiorentina aveva fatto così male (30 punti in 26 turni, +4 rispetto al rendimento attuale).
Numeri che fanno riflettere e che presentano la gara di Benevento come una sorta di ultimatum per Prandelli, salvato da un fortunoso autogol di Iacoponi negli ultimi minuti della sfida contro il Parma, alla cui vigilia un pari sarebbe stato visto come un risultato deludente. Due volte in vantaggio, i toscani hanno subito la rimonta ducale nel finale, prima di un colpo di coda ormai inatteso che è servito almeno a non affossare il morale.
Gli equivoci tattici si sprecano nell’ambiente fiorentino. A partire da quello legato a José Maria Callejon, l’estate scorsa annunciato in pompa magna e ora confinato a un ruolo di terzo piano causa incompatibilità con il 3-5-1-1 di Prandelli. L’unico ruolo in cui lo spagnolo potrebbe giocare è quello di rifinitore alle spalle di Vlahovic, ma il rientro dalla squalifica di Ribery al Vigorito lo costringerà a una nuova panchina. Ci sono poi i vari Malcuit e Kokorin – ingaggiati a gennaio – a sottolineare che gli errori in fase gestionale si sono protratti alla finestra di riparazione. Tanti dubbi che la Fiorentina deve scacciare se vuole salvarsi.
Per la trasferta di Benevento potrebbero rientrare sia l’attaccante russo, finora un oggetto misterioso, che Kouamé, che comunque ha ripagato poco la fiducia del club nell’anno di militanza al Franchi (appena 2 gol in 29 presenze in A tra la scorsa e questa stagione). Filtra ottimismo per Castrovilli, mentre è certa la disponibilità di Amrabat, uscito anzitempo dalla gara col Parma ma pienamente a disposizione per il Sannio.
La Fiorentina di Prandelli contro i giallorossi compirà un girone esatto. Il debutto del tecnico di Orzinuovi coincise con una sconfitta casalinga bruciante certificata dal gol di Improta e sigillata da una prodezza di Montipò nei minuti finali. A Benevento si chiuderà un cerchio in ogni caso. Il rilancio vorrebbe dire vendetta, la sconfitta quasi certamente si tradurrebbe in un esonero. E non è detto che un pari possa salvare capre e cavoli. In quel caso entrerebbero forse in gioco altri fattori connessi alla prestazione, ma è innegabile che i punti in palio saranno tre solo sulla carta. Nei fatti sono molti di più per entrambe.