Benevento – Novità sul caso Maugeri che scosse gli ambienti della sanità beneventana e in particolar modo telesina. In attesa del giudizio immediato previsto per il giorno 21 Dicembre dinanzi al Giudice dott. Loffredo del Tribunale di Benevento, il giudice Loredana Camerlengo ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari applicata al Riccardo Massini.
Il medico, difeso dall’avvocato Gabriele Nuzzi, è accusato, insieme a Giuseppe Varesi, difeso dall’avvocato Marcello D’Auria, di truffa aggravata, millantato credito e falso documentale. Varesi, invece, è ancora sottoposto alla misura dell obbligo di firma.
Ma facciamo un passo indietro ripercorrendo la vicenda. Le indagini partivano nell’ottobre 2016 quando una paziente denunciava che un’addetta del personale paramedico le prospettava la possibilità di rivolgersi a un medico della struttura, nelle mani del quale effettivamente consegnava una somma di denaro, per l’assunzione del figlio.
A marzo del 2017 i Carabinieri del Nas di Salerno compiono diverse perquisizioni presso le abitazioni di alcuni indagati tra cui un medico e un’infermiera residenti in diversi comuni della Valle Telesina. Le ipotesi di reato: associazione a delinquere, truffa e millantato credito perpetuato all’interno di una delle strutture di “eccellenza” del territorio come la “Maugeri” di Telese Terme.
Un lavoro in cambio di una somma di denaro. Il tutto all’insaputa dei proprietari della clinica. Nonostante le somme sborsate però, la tanto attesa chiamata non era arrivata e per questo poi le vittime avevano denunciato tutto facendo scattare le indagini della Procura della Repubblica di Benevento, indagini coordinate dal sostituto procuratore Francesca Saccone.
Quattro mesi dopo, esattamente la mattina del 12 luglio 2017 gli stessi NAS di Salerno eseguono un’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari nei confronti dei tre soggetti. Oggi la revoca della misura per Massini perché “l’indagato in questo periodo ha tenuto un comportamento corretto facendo ritenere non più idonea la misura cautelare precedentemente inflitta”.