Benevento – “Con i giovani per sognare, rischiare, testimoniare”. E’ questo il titolo del dossier sull’inclusione sociale dell’anno 2017-2018 presentato questo pomeriggio dalla Caritas Benevento presso la Sala conferenze della Cittadella della Carità “Evangelii gaudium” in via San Pasquale. All’appuntamento odierno sono intervenuti monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento; don Nicola De Blasio, direttore Caritas; Angelo Moretti, direttore Consorzio “Sale della Terra” Ets e coordinatore Caritas; Dionisio Lombardi, vicesindaco di Campolattaro, “Piccolo Comune del #Welcome” aderente alla Rete #Pcw; Maria Pia Mercaldo, responsabile Osservatorio Povertà e Risorse; Doriana Bollo, volontaria del Servizio Civile Nazionale. Ospiti, il Prefetto Francesco Antonio Cappetta e il Questore di Benevento Giuseppe Bellassai.
“La crisi non è finita – ha esordito Don Nicola – , soprattutto nelle nostre zone dove c’è chi continua a lucrare su chi sta peggio. Abbiamo un gap fortissimo con l’Europa e il Nord Italia. Abbiamo un modello di welfare costruito su modelli ottocenteschi che non potrà mai portare a miglioramenti e a politiche sostenibili. Le persone che vengono in Caritas chiedono il nostro aiuto ma hanno tanta voglia e bisogno di lavorare”.
Una battuta sulla ricorrenza odierna. Tre anni fa l’alluvione che mise in ginocchio il Sannio: “Abbiamo sempre detto che quell’evento che poteva sembrare di morte si è rivelato poi di resurrezione perchè ha permesso che tutta la città di Benevento e la provincia ha avuto un grande scatto d’orgoglio e di solidarietà. Bisogna comprendere che quegli scatti dovremmo averli tutti i giorni e non soltanto nelle situazioni emergenziali. La sicurezza non è nel mettere in strada qualche poliziotto in più davanti alle scuole ma parte dalla presa di coscienza che il territorio debba essere salvaguardato e tutelato sia per ciò che riguarda il dissesto idrogeologico e il disastro ambientale dei rifiuti”
Il direttore della Caritas ha sottolineato, introducendo l’evento, l’importanza dell’ascolto, dell’incontro con l’Altro e dell’empatia: “Camminare insieme e testimoniare che un mondo diverso è possibile attraverso l’incontro e l’ascolto, abbracci e sorrisi includendo i giovani, i fragili, i bisognosi. Solo così si possono diradare le tenebre dell’egoismo, della cattiveria, abbattendo muri e costruendo ponti”.
Poi si è passati all’analisi dei dati, pubblicati nel Dossier povertà stilato dalla Caritas e raccolti nei Centri d’Ascolto parrocchiali e diocesani. Povertà, inclusione sociale, attività e azioni condivise con particolare attenzione all’universo giovanile; da qui il titolo del dossier: “Con i giovani per sognare, rischiare, testimoniare”.
Partendo dal presupposto che il nostro Paese vive un forte calo demografico e un esponenziale invecchiamento della popolazione, l’attuale situazione socio economica italiana evidenzia l’inasprimento di alcune criticità, soprattutto sul fronte della diseguaglianza e della povertà assoluta. Sono 5 milioni di persone interessate dal fenomeno di cui 1 milione sono famiglie e dal 2016 sono in aumento. Secondo i dati Eurostat il rischio di povertà o di esclusione sociale nel nostro paese è aumentato di quasi 4 punti percentuali in circa dieci anni. E’ la popolazione sotto i 34 anni ad essere maggiormente interessata dalla crisi: in Italia la povertà giovanile ha avuto un incremento del 12,9%.
A livello regionale la condizione appare ancor più preoccupante: “I dati sulla disoccupazione nelle regioni in Europa – illustrati da Maria Pia Mercaldo, responsabile Osservatorio Povertà e Risorse – rilasciati da Eurostat collocano la Campania tra le regioni con più disoccupati. In due anni è passata dal 20,4% al 20,9% rispetto alla media europea ferma al 7,6%. Se poi analizziamo i dati Istat sulla situazione occupazionale nelle province campane, risulta che Benevento occupa il primo posto nella regione per tasso di disoccupazione nella fascia di età tra i 24 ed i 34 anni, con una percentuale del 33,2%, 20 punti in più rispetto al 2007″.
L’assenza di lavoro, le difficoltà nel trovarlo e la rassegnazione nel cercarlo acuiscono il senso di disorientamento e l’isolamento dei giovani, anche laureati. Aumentano infatti i cosiddetti “working poors“: lavoratori che anche se percepiscono uno stipendio sono costretti a rivolgersi ai centri di ascolto Caritas. Proprio sull’accoglienza e l’ascolto Mercaldo ha precisato: “Rispetto all 2016 l’aumento di assistiti è stato pari all’11,7% e anche i ritorni in Caritas si sono moltiplicati: da 3109 assistiti siamo passati a 4521. La classe d’età che richiede maggiore assistenza alla Caritas diocesana di Benevento è quella che va dai 45 ai 54 anni, mentre tra gli stranieri tra i 25 e i 34 anni. Ad una prima analisi – ha proseguito la responsabile dell’Osservatorio – emerge una forte criticità in alcune categorie di assistiti in base alla loro cittadinanza che lamentano soprattutto il bisogno di alloggio; tra gli italiani invece il problema è l’espulsione dal mercato del lavoro durante un’età in cui è complicato riuscirsi a reinserire.”
Tra gli interventi messi in atto dalla Caritas di Benevento sono stati ricordati i 15 progetti portati avanti con disabili, migranti, giovani e detenuti. Inoltre, il Focus sui giovani della laureanda in Sociologia, Doriana Bollo, per comprendere l’attuale condizione di una parte di essi nella nostra Provincia: “I protagonisti della ricerca sono stati 85 giovani d’età compresa tra i 15 ed i 35 anni, che vivono la realtà ecclesiale. Solo il 26% lavora e la maggior parte di essi vive ancora con i genitori non riuscendo ad avere una propria autonomia economica. Un altro dato significativo è che il 52% pensa che dovrà andare via dalla nostra terra anche se non vorrebbe; allora – conclude Bollo – è fondamentale che gli adulti, la Chiesa e le Istituzioni siano in grado di accompagnare seriamente ogni giovane nello sforzo quotidiano di costruzione della propria storia e nella ricerca consapevole di un senso per la loro vita, dandogli fiducia”.
In chiusura della presentazione del dossier l’intervento dell’Arcivescovo di Benevento, Mons. Felice Accrocca: “Sono dati preoccupanti quelli illustrati oggi. Formiamo i giovani con grandi qualità per poi far godere delle loro competenze ad altri. Manca l’ascolto dei giovani e anche noi dobbiamo metterci in discussione senza pregiudizi; il problema principale del Sannio – come spesso ha ricordato in altre occasioni l’Arcivescovo – è l’isolamento e la mancanza di infrastrutture. Sono preoccupato anche per la Nestlè: mi chiedo quale asse viario utilizzeranno tutti quei tir che dovranno trasportare le tonnellate di pizze surgelate in giro per l’Italia e l’Europa. Ho già vissuto situazioni del genere: le aziende promettono, fanno il minimo sindacale e poi lasciano tutto all’abbandono. Spero che non sia così ma senza infrastrutture resto preoccupato”.
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