Verona – Quando ha visto Sacchi correre verso di lui ha pensato subito di averla fatta grossa. Gianluca Caprari ha voluto notare solo di sfuggita il rosso che l’arbitro gli stava sventolando sotto al naso, poi si è guardato intorno e ha capito, metabolizzando il grave errore commesso. Pochi istanti prima era caduto in area reclamando un calcio di rigore che né direttore di gara né Var hanno ravvisato, così si è lasciato andare a qualche frase di troppo nei confronti del quarto uomo, il primo ufficiale di gara capitatogli a tiro.
Stavolta non l’ha fatta franca Caprari, ma farebbe bene a tenere a freno l’irruenza, perché quei sedici minuti più recupero che separavano Benevento e Verona dal fischio finale avrebbero potuto fruttare punti preziosi alla Strega, invece hanno finito per alimentare l’orto dei rimpianti, che rischia di diventare sempre più nutrito dalle parti di via Santa Colomba. Per intenderci, con la classe del fantasista romano la squadra di Inzaghi avrebbe potuto scardinare una difesa veronese non irreprensibile a risultato ancora in bilico, invece ha dovuto trincerarsi in un 4-4-1 poco convinto e a sua volta vulnerabile.
Aveva rischiato tanto anche contro Roma e Napoli, Caprari, rimediando due gialli per la stessa motivazione: proteste. Con i partenopei l’ammonizione spinse Inzaghi a sostituire lui nell’ottica di un passaggio alla difesa a tre, smobilitando l’opinione pubblica. Senza quel fardello, probabilmente, lo stesso tecnico avrebbe fatto una scelta diversa senza temere falli tattici di sorta che avrebbero condotto a un’espulsione contro una squadra di notevole caratura come quella di Gattuso.
Stavolta il cartellino è stato di un colore diverso e costa caro. Tanto per cominciare l’ex Samp salterà la sfida interna con lo Spezia, fondamentale in ottica salvezza, e non ci sarà neanche al Franchi con la Fiorentina, nel turno successivo. Il giudice sportivo non ha avuto dubbi ricevendo l’assist che il romano avrebbe fatto bene a risparmiarsi. Quelli prodotti sul campo sono autentiche perle – l’ultimo proprio ieri – tuttavia a gioco fermo qualcosa va necessariamente cambiato. Per non penalizzare se stesso ma soprattutto i compagni. La strada per la salvezza è già tremendamente in salita per una neopromossa come il Benevento, caricare lo zaino di ulteriori ed evitabili pesi metterebbe a repentaglio l’intero viaggio.