
Pietrelcina (Bn) – Non tutto fila liscio nella applicazione della legge che autorizza la confisca dei beni sequestrati alle mafie da utilizzare per fini di pubblica utilità. Lo ha detto chiaro il Prefetto di Benevento, Francesco Antonio Cappetta, partecipando questa sera alla presentazione della “Pizza Radio Siani” preparata con il Pizzino Vesuviano, un particolare pomodoro coltivato sulle prendici del vulcano, in un terreno confiscato alla camorra da una Cooperativa sociale intitolata al giovane giornalista martire della camorra Giancarlo Siani.
“Chiederemo conto a tutti i Comuni assegnatari di beni confiscati alla mafie di come hanno hanno utilizzato questi beni‘ – ha sottolineato il rappresentante del Governo nel Sannio. Disinteresse, sciatteria, intimidazioni da parte dei confiscati, burocrazia, mancanza di progettualità ed altro ancora sono alla base delle criticità nella gestione di un potenziale economico di rilievo che spesso viene disperso. Di questi temi e di quelli connessi alla lotta per la legalità e contro le mafie hanno parlato stasera a Pietrelcina, nella suggestiva sede della pizzeria Boda Evo, rappresentanti delle Istituzioni e della Chiesa, nonché operatori del sociale che, come nel caso della Cooperativa “Giancarlo Siani Presidio Libera Ercolano”, sono in prima linea nell’affermare, con gesti concreti, la voglia di lottare contro il malaffare.
Tanti sono in prima linea affinché il sangue sparso per mano delle mafie da eroi come Siani, don Pino Puglisi, don Peppino Diana, non sia dimenticato, ma la concreta applicazione di una misura legislativa di contrasto alla mafia spesso si arena. Ne è esempio quel capannone sequestrato alla camorra nei pressi di Benevento che avrebbe potuto essere riconvertito a sede logistica dell’Asia, ma che nel frattempo è stato vandalizzato e reso inutilizzabile.
Serata moderata da Antonio Corbo giornalista di Repubblica, in cui si sono confrontate le istituzioni e Giuseppe Scognamiglio direttore di Radio Siani che ha rimarcato: “C’è un grande lavoro ancora da fare perchè le cronache quotidiane portano al centro dell’attenzione reati come la corruzione e connivenze con le mafie del territorio. E’ sempre difficile scovarli e contrastarli”.
Il procuratore aggiunto Giuseppe Conzo ha sottolineato: “Le associazioni devono essere in prima linea su quest’argomento. Questi beni devono essere utilizzati per la collettività. Lo Stato deve fare la sua parte affinché possano essere resi fruibili. Una risposta al territorio che lo Stato deve dare, recuperandoli per la collettività”. Conclusione affidata alle parole del sindaco di Pietrelcina Domenico Masone: “Un territorio come quello pietrelcinese non attira il fenomeno della microcriminalità. Ci siamo attivati anche per lo Sprar sul territorio che sono utili per i migranti e per le cooperative di comunità”.
isca
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