Benevento – Una carriera iniziata nella sua Benevento nella stagione 1991/92, quando non era ancora maggiorenne. Tre campionati di serie D, prima di salutare e passare all’Agropoli. Alessandro Cagnale ha iniziato a muovere i primi passi da calciatore in casa, tornando a indossare la maglia della squadra della sua città 16 anni dopo. Stagione 2005/06, è il Benevento che sarebbe poi diventato dei fratelli Ciro e Oreste Vigorito, iscritto all’allora serie C2 e guidato in panchina da Gabetta, Florimbi e, infine, Specchia. Nel mezzo le esperienze fortunate a L’Aquila e Pisa. Tre stagioni e mezzo con addosso la maglia nerazzurra, quella che la Strega si ritroverà di fronte domenica alla ripresa del campionato. Con Cagnale, che conosce bene l’ambiente dell’Arena Garibaldi, abbiamo analizzato la prossima sfida tra le formazioni di Luca D’Angelo e Fabio Caserta.
E’ un po’ la partita del cuore per te, che ricordi hai delle due piazze?
Insieme a L’Aquila sono indubbiamente le piazze calcistiche alle quali sono maggiormente legato. A Benevento, quando tornai, ci fu un cambiamento generale e mi ritrovai a pagare colpe non mie. Diciamo che mi sono tolto la soddisfazione di essere stato il primo capitano dell’era Vigorito. Dopo la sconfitta con il Sansovino, come detto, ci fu un cambiamento generale, dovuto anche alla necessità di sopperire alla cattiva gestione precedente. Per quanto riguarda Pisa, il pensiero va inevitabilmente alla finale play off di ritorno persa con l’Albinoleffe che avrebbe dato una svolta anche alla mia carriera. Quella toscana è una piazza incredibile, al nord la definiscono una piazza del sud. Ricordo un ambiente caloroso.
Ti aspettavi che Pisa-Benevento potesse essere una sfida di alta classifica?
Il Benevento me lo aspettavo in alto in classifica, per il Pisa lo speravo. In nerazzurri hanno fatto enormi miglioramenti, sia tecnici e che societari, quello che stanno ottenendo è tutto meritato. La Strega, vista la rosa e i calciatori rimasti dalla A, non è una sorpresa.
Che ambiente troverà la Strega all’Arena Garibaldi?
Il covid ha un po’ allontanato la gente dagli stadi, forse Pisa è un’eccezione sotto questo punto di vista. Senza le restrizioni e i protocolli sarebbe stata un’altra partita, perché si tratta di una sfida di cartello e ci sarebbe stata molta più gente. A Pisa il calore dei tifosi si avverte sempre, oggi a maggior ragione per il momento che stanno vivendo. Nonostante gli ultimi risultati non esaltanti, credo che arriveranno fino alla fine, conquistando almeno un posto nei play off.
Hai visto all’opera il Benevento di Caserta? Che idea ti sei fatto?
Forse manca il punto di forza di una squadra, vale a dire il centrocampo. Vedo troppi cambi e si vive di individualità, anche in negativo. Se consideriamo le ultime gare, ad esempio, hanno pesato gli errori di Letizia e Glik. Da quest’ultimo non ti aspetti un’ingenuità del genere vista l’esperienza.
La classifica vede l’ex Inzaghi in testa: chi la spunterà?
La B è sempre stata strana, con tanti avvicendamenti. E’ un campionato lungo e faticoso, qualche valore dovrà ancora emergere. Credo sia presto per dire chi riuscirà a spuntarla.
Pisa-Benevento: un pronostico e gli uomini chiave?
Lapadula è un giocatore in grado di fare la differenza se messo in condizione, se invece deve fare tutto da solo diventa un calciatore normale. Il Pisa punta più sul collettivo, sull’aggressività. Li seguo da anni, si portano dietro il modo di giocare della C. Mi aspetto una partita aperta, anche se l’assenza di Lucca sarà pesante credo possa terminare con un pareggio.
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