Il bunker e la droga nascosta nei manubri delle bici, Bellassai: “Territorio da monitorare”

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Benevento – Un’operazione condotta nei minimi particolare, durata anni, ma che alla fine ha permesso di sgominare una vera e propria organizzazione criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Diciotto persone sono finite in manetta questa mattina, frutto dell’operazione condotta dalla Squadra Mobile, con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia.

L’organizzazione criminale, alla quale sono imputati anche diversi atti incendiari, aveva collocato il proprio quartier generale al Rione Libertà, segno evidente di come anche Benevento inizi con maggiore frequenza a essere epicentro di episodi del genere. Proprio su questo dolente tasto ha battuto il questore Giuseppe Bellassai durante la conferenza stampa indetta a metà mattinata.

Preoccupa l’effervescenza del territorio per lo spaccio di sostanze stupefacenti. Da più parti si tende a sottolineare che il territorio sia tranquillo, quello che è avvenuto oggi dimostra invece che si tratta di un territorio che va monitorato“, ha sottolineato il Questore, “ci sono organizzazioni che tentano collegamenti con altre organizzazioni criminali che vivono e operano in province limitrofe come Caserta e Napoli. Il nostro è un territorio non esente da episodi criminali e c’è grande preoccupazione“.

Ecco perché le forze dell’ordine hanno deciso di stringere il cerchio: “L’operazione nasce da un’attività investigativa iniziata qualche anno fa e che ha ripreso efficacia dopo la scarcerazione di Nicola Fallarino, oggi arrestato nuovamente perché reo di nuovi atti criminosi, tra i quali alcuni atti incendiari. Fallarino voleva prendere nuovamente il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti“.

Soddisfatto per l’esito dell’operazione Emanuele Fattori. “L’attività che si è conclusa è partita nel 2013 dopo alcuni atti incendiari. C’erano diversi segnali: incendi di autovetture o pestaggi perché non venivano pagate le partite di droga“, ha illustrato il dirigente della squadra mobile e vice questore, “Fallarino, ritornato dopo la scarcerazione, si era presentato in maniera sfrontata all’interno del Rione Libertà ma siamo riusciti a stroncare un fenomeno che aveva ripreso piede dal dicembre scorso, disinnescando anche fenomeni più gravi. C’era stato un innalzamento del tiro, abbiamo rinvenuto armi da fuoco e una mitraglietta di calibro ragguardevole“.

Da qui la decisione di muovere lo scacco matto: “C’era un bunker che Fallarino aveva messo a punto. Durante un blitz notturno non era stato trovato in casa, ma con l’ausilio dei cani cinofili si è scoperto che si nascondeva dietro una finta cassettiera, dove sono stati rinvenuti un ingente quantitativo di crack, hashih, cocaina e la somma 12mila euro in contanti. Stamattina, inoltre, sono stati trovati altri 650 euro, compenso dello spaccio di una sola giornata. L’attività fruttava qualcosa come 50mila euro a settimana. C’era un approvvigionamento nel casertano e nel napoletano, ma la loro piazza di spaccio era al Rione Libertà, a Piazza San Modesto. Utilizzavano le biciclette elettriche, nascondendo involucri di droga nel manubrio“.

Il procedimento penale del tribunale di Napoli (giudice Federica Colucci), ricordiamo, ha portato all’arresto di Nicola Fallarino, 34 anni, Giuseppe Fallarino, 24 anni, Giuseppe Iele, 34 anni, Matteo Ventura, 23 anni, Cristian Bertozzi, 37 anni, Maurizio Iuliano, 25 anni, Raffaele Iuliano, 28 anni, Alberico D’Auria, 23 anni, Antonio Cifiello, 37 anni, Aldo Pugliese, 26 anni, Marco Intorcia, 30 anni, Enzo Martinelli, 38 anni, Stanislao Musco, 41 anni, Mauro Fornito, 46 anni, Roberto Ferrara, 46 anni, Pompeo Anzovino, 25 anni, Emanuele Tesauro, 28 anni, Cosimo Sferruzzi, 31 anni, Annaluce Bonavolta, 54 anni, Umberto Ianniello, 31 anni. 

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