Calvi (Bn) – Passato, presente e futuro. Per farli intrecciare non si poteva scegliere posto migliore di uno chiamato “Palasperanza”, teatro delle gare interne di calcio a cinque dell’A.s.d. Calvi. E’ qui che Sergio Brio ha incontrato i bambini della scuola calcio locale, a cui ha presentato il suo libro e dispensato consigli importanti per il loro avvenire. Accolto con entusiasmo, lo storico stopper della Juventus degli anni ’70 e ’80 ha firmato autografi posando per foto ricordo senza negare mai il sorriso. Anzi, mai eccetto una volta, quando uno dei bambini ha posto una domanda inconsapevolmente intensa. “Ciao, cosa si prova a vincere la Coppa dei Campioni?”. Brio l’ha conquistata nella notte dell’Heysel, in un contesto che di gioioso ebbe ben poco: “E’ qualcosa che sogni fin da bambino, per cui lavori tanto – ha risposto l’ex stopper bianconero – ma ciò che è successo quella volta non ci ha fatto godere del trionfo. Trentanove persone sono morte prima della finale con il Liverpool. E’ a loro che è andato e va ancora il nostro primo pensiero quando si parla di quel giorno”.
Il libro, scritto insieme a Luigia Casertano, è stato presentato alla presenza del sindaco di Calvi, Rocco, dell’assessore allo Sport Gnerre, del presidente dell’Asd Calvi Parziale e del presidente del centro sportivo italiano Ievolella. Il confronto è stato moderato dal giornalista Ercole Fragasso e ha visto alternarsi aneddoti, testimonianze e contributi video volti a far conoscere da vicino la figura di Brio e le sue vittorie ai più piccoli, che subito dopo si sono affrettati a chiedere al campione chi preferisse tra i grandi del passato e quelli del presente. Tra Zoff e Buffon, ad esempio. Oppure a fargli raccontare quanto fosse difficile affrontare Maradona. Momenti emozionanti per tutti, anche per i genitori che le prestazioni di Brio le ricordano bene, indipendentemente dalla fede calcistica. Perché davanti al talento, alla personalità e alla professionalità non esistono maglie, ma solo rispetto e infinita ammirazione.