Aldo Moro-Peppino Impastato: il ricordo di Amerigo Ciervo

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Benevento- Quaranta anni or sono, il 9 maggio 1978, fu ucciso a colpi di mitraglietta Aldo Moro ed il suo corpo fu fatto ritrovare in via Caetani di Roma. Fu quella l’ultima atroce pagina di quella che è stata definita come la pagina più buia della storia repubblicana italiana, cominciata il 16 marzo precedente, poco prima delle ore 9.00 del mattino, con l’eccidio di cinque tra carabinieri e poliziotti che scortavano l’uomo di Stato e segretario politico della Democrazia Cristiana. A seguito della strage Moro fu rapito e tenuto prigioniero per quasi due mesi fino all’annunciata sentenza di morte pronunciata dal Tribunale del popolo delle Brigate Rosse

Proprio la formazione rivoluzionaria comunista si assunse la responsabilità dell’accaduto e generalmente gli storici concordano nel dire che Moro fu simbolicamente rapito proprio mentre si recava in Parlamento dove si sarebbe dovuto insediare il Governo Andreotti, da lui patrocinato e voluto, il primo contenente l’apertura alla sinistra parlamentare del partito Comunista di Enrico Berlinguer e motivo principale, se non unico, di tutta quella terribile vicenda. Nell’anniversario del ritrovamento del corpo di Moro a metà strada tra le sedi centrali della DC e del PCI, in pieno centro storico della capitale, numerosissime sono stati gli appuntamenti nelle piazze italiane, nei teatri, nelle Aule Universitarie, nelle Scuole e sui canali RAI e dei principali network per ricordare quegli eventi. Si è detto e scritto che la storia italiana non fu più la stessa dopo quei fatti ed, invero, sebbene quasi tutti (o quasi) i responsabili materiali della strage e del sequestro siano stati individuati ed arrestati, rimangono molti punti oscuri evidenziati proprio ieri nella Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta che ha messo in luce come la verità finora conosciuta sia densa di manomissioni, depistaggi e “oscuramenti” ad opera probabilmente di servizi segreti e potenze straniere che mal vedevano e non approvavano affatto la svolta a sinistra del Partito di maggioranza relativa in un Paese della Nato, quindi del mondo occidentale, che dava (e dà) basi logistiche e militari alle Forze Armate USA proprio di fronte all’allora Blocco sovietico.

Anche a Benevento si è ricordato quella vicenda ovviamente.   E abbiamo voluto il parere di un docente del Liceo Giannone ,ma anche presidente Anpi di Benevento, Amerigo Ciervo: “Quella fu una giornata tragica per l’Italia per l’uccisione di Moro e di Peppino Impastato  Sono due facce della stessa medaglia”. Quindi ha rimarcato: ”  Per me Moro era quello che aveva compreso più di tutti dove stava andando il Paese e cosa avrebbe rappresentato. La prova  è che dopo 10 anni il sistema politico in cui si reggeva crollò e quindi la Dc e il Partito Comunista. Moro ha insegnato molto, ha insegnato ai politici di guardare intorno, l’attenzione ai giovani, l’interesse mostrato per le idee anche confrontandosi”.

Quindi ha ricordato : ” Il Pontefice Paolo VI che mori dopo pochi mesi dall’uccisione di Moro fece il massimo  che poteva fare dovendo dare conto ad altre linee”. Per Ciervo dopo 40 anni,ancora non si sa ufficialmente il mandante, ma per il docente questo sia un discrimine storico della nostra Repubblica : “ Ci sono convergenze assolutamente casuali. . Questo è un paese che ha problemi con la memoria. Mi auguro fortemente che si possa arrivare ad una conclusione chiara . Non so se riusciremo. Conosciamo le cose ma non abbiamo le prove ma politicamente sappiamo chi ha ucciso sia Moro che Impastato”  

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