Benevento – Destro dai trenta metri, barriera, poi controllo e ancora destro dai venticinque. Traiettoria imparabile a beffare Montipò e rendere inutile il suo riflesso. Era il 9 novembre 2019 e Giacomo Calò si presentò così al Benevento, chiaramente da avversario. Fu lui a sbloccare il derby del Menti tra Juve Stabia e Benevento, rimesso sui binari giusti solo nella ripresa da Massimo Coda. Finì 1-1, ma la sensazione lasciata dal classe ’97 triestino, alla sua prima esperienza in serie B dopo la promozione dell’anno precedente, fu quella di essere davanti a un giocatore già maturo.
Era il dodicesimo turno, quell’anno il regista collezionò 33 presenze, 4 gol e ben 14 assist che non servirono comunque ad evitare la retrocessione alla squadra di Fabio Caserta, allenatore che non vedeva l’ora di averlo con sé nella nuova avventura sannita. Destro naturale e regista con licenza di offendere, Calò è reduce da una stagione al Pordenone al di sotto degli standard fatti registrare con le vespe stabiesi. Sarà atteso dall’onere di tenere in mano le redini del centrocampo della Strega e gestire i palloni più caldi della manovra. Un’eredità lasciata in dote dal duo (negli ultimi mesi dualismo, a dirla tutta) Schiattarella-Viola, che ha scritto in ogni caso pagine importanti della storia recente del Benevento.
Sposando Calò la Strega si è affidata a un giocatore dal talento cristallino (non è difficile trovare in giro ingombranti quanto avventati paragoni con Pirlo e Pjanic) e in cerca di una consacrazione definitiva dopo due stagioni vissute tra i cadetti, tanto che nella mente dei principali addetti ai lavori non si è mai insinuato il dubbio che il ventiquattrenne triestino potesse raggiungere il prestigioso palcoscenico della serie A.
Un’occasione che Calò sogna di cogliere proprio al Ciro Vigorito, essendo giunto al club di via Santa Colomba con la formula del prestito dal Genoa con opzione per il riscatto. Ne consegue che l’annata alle porte rappresenta uno svincolo cruciale per il suo percorso, col Grifone ben appostato a osservare la sua evoluzione.
In attesa della definizione del quadro su Hetemaj – e con Schiattarella, Dabo e Ionita in uscita – oltre a rappresentare il primo colpo di mercato, Calò può definirsi un autentico punto di svolta del nuovo progetto giallorosso. Che prende forma a partire dal centrocampo per dare un’anima al 4-3-3 di Fabio Caserta. Cominciare da un suo fido scudiero è un ottimo modo per incamminarsi su strade mai battute. Lì dove la fiducia, lo spirito e le sicurezze interiori possono fare tutta la differenza di questo mondo.