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Benevento, la via della salvezza passa per la porta di un vecchio amico

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Benevento – Fallì l’appuntamento della gara di andata alla Sardegna Arena a causa di un problema muscolare, ma stavolta Alessio Cragno ci sarà. Salirà quei gradoni che lo scorso anno ha percorso più e più volte e vedrà la curva che lo accolse con curiosità per poi salutarlo con giubilo (e rammarico) qualche mese più tardi. Sarà lui il grande ex di Benevento-Cagliari, gara in programma al Ciro Vigorito domenica alle ore 15. L’ultima volta che ha calcato quel prato e osservato quei gradoni il Benevento aveva appena compiuto l’impresa epica della promozione in serie A. Era l’8 giugno, persino superfluo ricordarlo, quando Puscas depositò il gol-promozione alle spalle di Belec che proprio di Cragno sarebbe poi stato il successore in maglia giallorossa. 

Il Benevento acquisì le prestazioni di Cragno con la formula del prestito nell’estate del 2016 strappandolo alla concorrenza di diversi club. Una scelta rivelatasi proficua con il passare delle settimane e dei turni di campionato, specialmente in un girone di andata in cui il portierino si rivelò una vera saracinesca con diversi interventi da applausi che a conti fatti sono valsi un discreto numero di punti. Amato da grandi e piccini, quando lasciò Benevento furono in tanti a supplicare la dirigenza giallorossa di trattenerlo, spinti da un sentimento che superò anche la convinzione che Cragno – per l’appunto – fosse di proprietà di un altro club. Il Cagliari si guardò bene in quel momento dal metterlo sul mercato e l’allenatore dell’epoca, Massimo Rastelli, chiarì fin da subito che sarebbe stato lui il titolare. E così è stato anche dopo il suo esonero, con Diego Lopez che ora non può davvero fare a meno di lui. 

In giallorosso per Cragno 38 presenze di cui 5 nei vittoriosi play off e un posto di diritto nell’album dei ricordi del popolo sannita. E’ proprio grazie all’esperienza sannita che l’estremo difensore conquistò anche la chiamata in Nazionale per la fase finale dei Campionati Europei Under 21. Domenica la gente di Benevento lo accoglierà con un applauso sincero ma cullerà al contempo – neanche troppo velatamente – il sogno di vederlo raccogliere la palla in fondo al sacco, magari più di una volta. Perché il calcio è così, romantico abbastanza, ma per novanta minuti non vuole sentir parlare di alcun sentimento. 

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