La Serie A riaccende la speranza nel Sannio. Il fragile tessuto imprenditoriale locale ora anela al miracolo economico che solo una squadra passata al massimo campionato può portare. Paradossalmente, e senza voler essere blasfemi, neppure la proclamazione a santo di Padre Pio da Pietrelcina, poté tanto. Già, perché qui non parliamo di un singolo paese, né di un singolo paese e del proprio circondario. Qui parliamo di una provincia intera. Non è solo la A di una serie di calcio, è la A di attesa per un’occasione che Benevento non vuole e non può lasciarsi sfuggire. La risposta alle tante, tantissime volte in cui le istituzioni si sono incontrate per discutere i temi scottanti dell’economia e hanno dichiarato di voler “fare rete” senza mai dare concreta attuazione agli intenti; la risposta ai tanti investimenti promessi e mai mantenuti. E poi c’è dell’altro. Quando si tratta di fondi europei da programmare, di raddoppio di statali o di alta capacità ferroviaria, la mente immagina un futuro lontano, di progetti che chissà come e quando verranno realizzati. E invece con il Benevento in A il futuro è qui ed è ora. Basta solo allungare la mano per afferrarlo. “Ma la città – ammoniscono da Confindustria e Camera di Commercio -, deve essere all’altezza della sua squadra, pronta ad essere ricettiva e a saper sfruttare un’occasione unica”. L’idea, da entrambe le parti, è quella di creare un indotto turistico che coinvolga il Sannio intero.
“A come affari, A come assist per l’economia”. Il presidente degli industriali di Benevento, Filippo Liverini, è un gran tifoso del Benevento calcio, società che ultimamente ha voluto in Confidustria conferendo a Oreste Vigorito il ruolo di advisory board, ruolo che viene conferito a un cerchio di uomini di fiducia del leader. Ognuno offre il proprio contributo su temi specifici: a Vigorito la strategia d’impresa. “Per i settori commerciali e della ricezione – ha spiegato Liverini – la Seria A significa valorizzazione, sviluppo del turismo e dell’economia. L’afflusso di spettatori e tifosi sarà inimmaginabile: ad agosto, quando inizierà il campionato, dovremo essere in grado di offrire una risposta strutturata cercando, al contempo, di essere attrattivi da un punto di vista turistico. Il Sannio è attrezzato, ma deve unire i puntini e ragionare ad alti livelli. Occorrerà curare di più la viabilità, dotarla di adeguata cartellonistica, di aree di sosta per i camper, incrementare e migliorare le corse dei treni da e per Benevento. Accorgimenti che ci metterebbero a regime rendendoci attrattivi anche agli occhi degli investitori. Benevento è un capoluogo interno alla Campania che ha pagato a caro prezzo la propria posizione, tuttavia la sua gente è caparbia e riesce a realizzare grandi cose”. “Timidi, timidissimi segnali di ripresa economica – ha concluso Liverini – li registriamo. E la Serie A, in questo clima di festa e ottimismo, contribuisce a dare più fiducia agli imprenditori”.
A come addormentata. “Di certo è un’occasione importante, unica – ha commentato il presidente della Camera di Commercio, Antonio Campese – per i settori del turismo e della ristorazione che potrebbero registrare finalmente una flessione positiva se riuscissimo a collegare al turismo dei tifosi quello culturale e della rete museale. La città verrebbe vista e goduta. Abbiamo una ricettività discreta, ma addormentata. Ci sono molte strutture sia in città che in provincia, ma soffrono per l’alto livello di tassazione. L’Una hotel Il Molino a Benevento, ad esempio, è sempre vuoto e il Bei Park lungo la statale Appia è fallito ed ha chiuso (al suo posto un centro di accoglienza per migranti, ndr). Ripartiamo da zero, ripartiamo dalla A”.
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