Benevento, a furia di guardare il passato rischia di complicarsi il futuro

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Benevento – A furia di volgere indietro lo sguardo, il Benevento rischia di perdere di vista il futuro, la meta finale da raggiungere. In una settimana i giallorossi potrebbero mettere a forte rischio quanto di buono fatto nella prima parte di stagione. Quella che doveva trasformarsi in una prolifica raccolta dopo la semina abbondante, potrebbe invece rivelarsi una delusione.

Molto dipenderà dalla sfida di domani con lo Spezia. Uno scontro diretto al quale la Strega approccia con il morale a pezzi, dopo due sconfitte consecutive che hanno sollevato dubbi e perplessità soprattutto in termini di prestazioni. Ko che non si possono giustificare facendo appello alla sfortuna: dalla squalifica di Barba all’infortunio di Letizia, passando per le assenze forzate.

Qualcosa è cambiato nella testa, negli atteggiamenti dei ragazzi di Filippo Inzaghi. “Non siamo questi“, ha ammesso Pasquale Schiattarella nel post partita col Verona. Se ne erano resi conto tutti. “La testa deve essere libera“, ha aggiunto. Una serenità che sarebbe dovuta derivare proprio dal bel cammino del girone di andata. I 22 punti messi insieme al momento del giro di boa, avrebbero dovuto portare tranquillità e consapevolezza. Un bel vantaggio per una neo promossa, staccata di otto lunghezze dal terzultimo posto e capace di lasciarsi nove squadre alle spalle.

Da quel momento i giallorossi si sarebbero dovuti concentrare esclusivamente sul proprio futuro, su un destino saldamente nelle loro mani. Da dove veniamo e dove eravamo solo un anno fa non lo abbiamo mai dimenticato. Così come ricordiamo gli errori, le sconfitte e le delusioni del primo approccio con la serie A, lenite almeno in parte dal lavoro di De Zerbi. Continuare a ribadirlo non aiuta di certo a togliersi di dosso una inutile zavorra.

Questa squadra (composta da esordienti nel massimo campionato ndr) è la stessa del girone di andata, rinforzata a gennaio dagli arrivi di Depaoli e Gaich e dal ritorno di Viola, praticamente assente nella prima parte di stagione. Gli alibi, insomma, non reggono, a meno che non ci sia stata di colpo una trasformazione da fenomeni a brocchi.

Non si era fenomeni prima e non si è brocchi adesso, preferiamo pensare che la verità, come avviene di solito, si trovi nel mezzo e allora sarebbe opportuno lasciarselo finalmente alle spalle quel passato. Mettere da parte previsioni di inizio stagione, firme su classifiche e miracoli. Conta il presente ed è da quello che si costruisce il futuro. Perdere questo treno, dopo quanto di buono fatto e considerando l’andamento e i problemi altrui, sarebbe una sciagura. Altro che miracolo. Quelli meglio lasciarli ad altri, pensando allo Spezia e alle prossime tredici tappe di un cammino che conduce al domani.

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