Quali effetti produrrà la nascita del governo Draghi sulle dinamiche elettorali di palazzo Mosti? E’ l’interrogativo che da giorni arrovella i pensieri di osservatori e addetti ai lavori. Le prime risposte, con ogni probabilità, le avremo non appena sarà chiaro il quadro dell’alleanza che sosterrà l’avventura a palazzo Chigi dell’ex numero uno della Bce.
Già da ieri, tuttavia, negli ambienti di Pd e M5S qualcuno ha tirato più di un sospiro di sollievo: l’apertura pentastellata al nascituro esecutivo pare destinata a salvare la coalizione con piddini e nel Sannio non dispiace né agli uni né agli altri.
E nel frattempo qualcosa si è mosso. I democrat hanno finalmente risposto all’appello pubblico lanciato ormai dieci giorni fa da Civico22. Lo sforzo prodotto dai tre firmatari del documento, Giovanni Cacciano-Giovanni De Lorenzo e Antonella Pepe- comunque, non giustifica l’attesa. La montagna, per intenderci, ha partorito il classico topolino. Perchè siamo sempre lì: all’esigenza di convocare un tavolo – che però ora si chiama Agorà – per cominciare a discutere le linee programmatiche e gettare le basi della coalizione.
Piuttosto, la risposta del Pd non sembra smentire quella sorta di scetticismo che negli ambienti democrat si registra intorno al nome di Angelo Moretti. “Disponibili a incontrarci ma la scelta del candidato sindaco sia condivisa” – mette nero su bianco il tridente ‘democrat’.
Da parte sua, Civico22 – attraverso il segretario Pasquale Basile – ringrazia – sottolineando che è “da tempo” che sono pronti ad “avviare il confronto” – e va avanti. D’altronde, a oggi, guardando all’ampio orizzonte del fronte antimastelliano, Moretti e i suoi sembrano gli unici ad avere le idee chiare, avendo già discusso di temi e avendo già individuato un candidato sindaco. Di più, è ormai pronta anche la sede elettorale, con il quartier generale che si insedierà in via Traiano.
Sempre nella giornata di ieri, e sempre guardando a ciò che accade intorno al centrosinistra (ma è una accezione davvero larga del termine) nuovo confronto tra tre altre sigle che potrebbero far parte della coalizione. Italo Di Dio (Città Aperta), Vincenzo Sguera (Patto Civico) e Antonio Puzio (Centro Democratico-Moderati) si sono seduti intorno a un tavolino (e a un caffè) per discutere le prossime mosse.
Quando il tavolo – pardon, “l’Agorà” – finalmente si riunirà, Di Dio, Sguera e Puzio caleranno la forza di tre liste, quanto basta per fare la voce grossa sia quando si parlerà di contenuti che di nomi. Ma l’auspicio, da queste parti, è che la ricerca sia indirizzata verso un profilo nuovo, non politico, magari un imprenditore o un docente dell’Unisannio. Discorsi ancora in fase embrionale, intendiamoci, ma quella che a tutti gli effetti sarebbe la terza gamba dell’alleanza non sembra affatto a reggere il moccolo dei promessi sposi PD/M5S e Civico22.
Si cammina a passo lento, dunque. E a rallentare ulteriormente il ritmo sono i rumors provenienti dalla Capitale. E sì. Perché un primo effetto del governo Draghi già si intravede: scongiurato il rischio di un ritorno al voto per le politiche, anche le elezioni amministrative potrebbero slittare per non creare ulteriori ostacoli alla campagna di vaccinazione.