Benevento – Non è il caso di avere troppi rimpianti. Nel campionato in cui i pareggi sono una costante, quello di Cremona è un punto da portare a casa senza musi lunghi. La ragione va ricercata nell’unione di più fattori: potenzialità dell’avversario, andamento del torneo, prestazioni precedenti. E se il Benevento ha compiuto un piccolo passo avanti in classifica, quel passo diventa grande quando rapportato all’ultima uscita contro il Perugia, dalla quale scaturì un punto che tanti definirono immeritato.
A Cremona la musica è stata diversa, al cospetto di una formazione che il rendimento presentava come la seconda in assoluto della categoria, l’unica in grado di tenere il passo della capolista Pisa nelle prime giornate. Riscattare la prestazione deludente messa in campo prima della sosta era un obbligo che avrebbe potuto generare pressioni nocive, invece si è vista una Strega di buona personalità, che ha saputo sopperire anche ad assenze e giocatori a mezzo servizio.
La quasi totalità dei dati statistici premia i giallorossi, dai tiri in porta ai corner conquistati, passando per un possesso palla schiacciante. Frutto di una maggior facilità di gestire palla a centrocampo grazie all’innovazione del doppio play, mossa che ha consentito a Calò e Viviani di dividersi i compiti in fase di impostazione approfittando al contempo della carente aggressività dei grigiorossi, soprattutto nel primo tempo.
Dopo aver trovato il gol con una giocata fortunosa (non a caso di natica), il Benevento ha provato a legittimare il vantaggio peccando di superficialità in ripartenza, quando almeno un paio di occasioni potenzialmente letali sono sfumate a causa di scelte approssimative. Su questo e sull’approccio alla partita (ancora, sì) dovrà lavorare Fabio Caserta. Perché se i suoi sono stati bravi ad impattare sul match nel primo tempo, nel secondo hanno fatto tutt’altro lasciandosi sorprendere alla prima imbucata di Fagioli. Un peccato che costa punti preziosi, dato che la gestione fino a quel momento era saldamente nelle mani giallorosse.
Il ruolino di marcia parla di terzo pareggio consecutivo, andamento su cui le considerazioni dipenderanno a questo punto dall’esito della sfida interna contro il Cosenza, reduce a sua volta dall’1-1 con il Frosinone. Se dovessero arrivare i tre punti sabato pomeriggio, allora gli sforzi dell’ultimo mese assumerebbero un valore diverso. Anche perché i risultati utili consecutivi sono saliti nel frattempo a sei, e l’unica sconfitta resta quella di Parma, causata da una colossale distrazione a un passo dal triplice fischio. Ne consegue che il quadro è ancora indecifrabile: Caserta ha tra le mani un bicchiere riempito a metà, mancano paradossalmente gli elementi per giudicarlo mezzo pieno o mezzo vuoto.