Voglia di spettacoli, un mondo ancora fermo: un anno fa i “live” sui balconi sanniti

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Benevento – Dopo poco più di un anno dall’inizio del primo lockdown in Italia, ogni giorno siamo qui a ricordare dove eravamo e cosa facevamo mentre eravamo costretti in casa. Era il 9 marzo 2020 quando l’allora Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, faceva irruzione nelle nostre abitazioni annunciando il rafforzamento delle misure atte a tutelare e salvaguardare la salute ed il bene collettivo dalla minaccia sempre più incombente e paurosa del Covid-19.

Era proprio in quelle ore che si diede vita alla più grande “Jam Session” che l’Italia abbia mai conosciuto, e con ogni probabilità fu proprio la città di Benevento ad inaugurare quella iniziativa per sconfiggere la solitudine, la noia, per sentirsi più vicini, parte di una grande orchestra mondiale. 

Era esattamente il 12 marzo 2020, quando dai balconi delle case di un rione cittadino, dei giovani aprirono la finestra e iniziarono a intonare ritmi di canzoni popolari con tammorre e chitarre,  e, grazie ad un video amatoriale, quelle immagini fecero il giro di tutta Italia.

La musica, da sempre forte veicolo emozionale, mai come quella volta riuscì ad unire le persone. Quello che sembrava essere un fatto occasionale diventò invece un appuntamento fisso, un concerto dai balconi al quale chiunque poteva unirsi suonando, cantando o, semplicemente, ascoltando.

Dopo un anno non si canta più dai balconi, non ci sono più striscioni appesi con scritto “andrà tutto bene“, c’è solo la precarietà di un mestiere, quello dei musicisti e di tutto il comparto che promuove e organizza eventi e spettacoli, a chiedere a gran voce aiuti veri.

La più grande protesta del mondo dello spettacolo è andata in scena il 27 febbraio scorso, con “L’Ultimo Concerto“. Tutte le persone che decisero di seguire l’evento si aspettavano un live show in diretta streaming, da poter gustare comodamente a casa, ma quello che andò in diretta fu un’unica e immensa scritta: “Nessun concerto. Ecco, lo avete capito anche voi. Qui è dove siamo adesso: la realtà che viviamo oggi, che rischia di essere anche il nostro domani. L’Ultimo Concerto? L’avete già vissuto, nel 2020. Il Prossimo? Noi vogliamo che ci sia! Dateci voce, ci mettiamo la passione e i palchi!“.

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