Benevento – Questo pomeriggio, presso il Centro di Cultura “R. Calabrìa”, in P.zza Orsini 33, si è tenuto l’undicesimo incontro della XI edizione di “CIVES – Laboratorio di formazione al bene comune” sul tema: Strategie per il lavoro dopo la Settimana Sociale di Cagliari. A relazionare il Prof. Leonardo Becchetti Ordinario di Economia Politica presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Al centro del dibattito l’idea di una possibile svolta socioeconomica partendo da alcuni assunti di base, un’economia civile e generativa, la responsabilità sociale e il bene comune, la cooperazione e la fiducia come infrastrutture morali per la costruzione del capitale sociale, la formazione dei talenti e l’investimento in buone pratiche per la creazione di una società felice combattendo il turbo capitalismo orientato a profitto senza creazione di valore.
“Durante la settimana sociale di Cagliari ci siamo fatti delle idee partendo dal territorio, lavorando sul campo e osservando gli innovatori che avevano prodotto delle buone pratiche e da questa ricognizione abbiamo capito che ci sono tre imperativi fondamentali: il primo – spiega il professor Becchetti -, è quello di aiutare chi crea lavoro rimuovendo lacci e ostacoli perché ci sono troppe cose che appesantiscono e aggravano il mercato del lavoro, penso ai tempi della giustizia civile e della burocrazia; l’altra questione è quella di creare una rete di protezione universale abilitante che aiuti le persone a ritrovare il lavoro quando lo perdono, potenziando i centri per l’impiego e il reddito di inclusione e creare dei meccanismi che invertano la corsa al ribasso del costo del lavoro che purtroppo ancora oggi esiste. Per questo – prosegue l’ordinario di economia politica dell’Università di Roma Tor Vergata – insistiamo molto sul voto col portafoglio dei cittadini e la premialità sulla responsabilità sociale delle imprese ma anche sugli appalti che non devono essere al massimo ribasso perché umiliano il lavoro e sulle regole del commercio internazionale affinché rispettino degli standard minimi sociali del lavoro; quindi non i dazi alla Trump ma un sistema di imposte sui consumi che penalizzino le filiere a bassa dignità del lavoro”.
Al Professor Becchetti abbiamo chiesto quanto possano contare in questo processo i Centri per l’Impiego:
“I CPI sono importanti ma non possono fare più di tanto perché la loro efficacia dipende dalla vivacità del territorio in cui si trovano ma possono fare meglio per esempio riducendo le asimmetrie informative facendo incontrare domanda e offerta e anche eliminando quello che noi chiamiamo mismatch, cioè la differenza tra le qualifiche e le professioni che chiedono le aziende in quel momento e le disponibilità del territorio, organizzando dei momenti di formazione che facilitino questo processo.”
Infine un consiglio ai giovani che dovranno rapportarsi al mercato del lavoro e alle conseguenti difficoltà a cui andranno incontro:
“Il consiglio che in assoluto diamo i ragazzi è quello di investire sui propri talenti perché il mondo oggi si divide tra chi ha basse competenze e chi alte competenze. I primi si trovano intrappolati in una corsa al ribasso con lavoro a basso costo e la crescita esponenziale delle macchine. Quindi i giovani devono assolutamente maturare dei desideri, delle vocazioni e avere una determinazione e una costanza per risalire la china e armarsi di piccozza perché la strada non è facile. Scavare ogni giorno perchè la vita è lunga e ce la possono fare acquisendo le alte competenze che offrono più opportunità, non necessariamente nel posto in cui vivono. Quindi devono essere disposti anche a muoversi. Io sono convinto che è attraverso la formazione si debba tracciare la strada primaria”.