Benevento – Longobarda. E’ manifestazione estiva di successo ma è soprattutto ideale derby di massima serie. Ne siamo certi. Salvatore Di Somma non ci ha rimesso l’appendice per scovare Samuel Armenteros. Ad Oronzò Canà andò peggio: fu operato dal prof. Socrates pur di accaparrarsi il barbuto mediano dopo il secco no di Junior. Nonostante l’intervento in un improbabile nosocomio di Rio, il tecnico pugliese tornò a casa con Aristoteles, scovato su un campetto polveroso ad un passo dal Maracanà. Merito di Giginho, lui si che aveva mani in pasta. Diciamocela tutta: sono tante le assonanze tra il Benevento calcio anno 2017/18 e la Longobarda del film “L’allenatore nel pallone”. Neopromosse con l’obiettivo della salvezza, un main sponsor per amanti del primo piatto ed ora un centravanti a molti sconosciuto, di colore, che speriamo non soffra la saudade per la terra natìa e scappi di notte con la Valle Caudina inseguito da Marco Baroni.
Sullo schema tattico adottato dal tecnico toscano, forse troppo spavaldo per una neopromossa, rispondere con un 5-5-5 sarebbe probabilmente la soluzione a tutti i problemi. O le trattative per avere Matri, Kishna in cambio dei Falchetti e Mengoni (proprio lui, non Andrea) di turno. E che dire del “gol a freddo” di Ciciretti all’esordio in trasferta a “Marassi”, come quello di Ari all’Olimpico che poi aprì alla goleada della Roma con i gol di “pio pio” Pruzzo. E se Zico ha giocato coi guanti, con i primi freddi misti ad umidità in terra sannita, come potrebbe mai giocare Armenteros? Certamente col cappotto.
E dunque l’augurio viene spontaneo: ultima di campionato, trasferta a Verona col Chievo. Vittoria d’obbligo, Armenteros ha una “caviglia in disordine”, entra nella ripresa e regala la salvezza alla strega. Sarà allora che prenderemo mister Baroni per un… eroe.