Benevento – I bassorilievi dell’Arco di Traiano come un libro lapideo di diritto. Una correlazione nel mondo antico e la nemesi, la personificazione della giustizia, tirannicida per eccellenza. E’ questa la suggestiva conclusione cui è giunta Aglaia McClintock, docente di Diritto romano e diritti dell’antichità all’Università del Sannio, dopo aver analizzato e studiato a lungo l’Arco di Traiano, il più bello del mondo.
La studiosa, di origini americane, ha rivelato questa sua interpretazione nel corso di una lezione dal titolo: “La dea di Traiano” del Corso di Istituzioni e Storia del Diritto romano. McClintock che ha illustrato la sua convinzione davanti ai suoi studenti proprio ai piedi del monumento di epoca imperiale romana. Secondo la docente, lo scultore del 1° secolo d.C. che ha lavorato sull’Arco per realizzare con straordinaria bravura figure a rilievo di uomini, donne, animali, Dei e Dee il tutto per narrare la grandezza del figlio adottivo di Nerva, Traiano appunto, che conquistò la Dacia e realizzò moltissime altre opere, ha lasciato a noi posteri un’enigma.
Infatti, la quasi totalità delle figure è stata “decifrata” dagli studiosi ed il messaggio che lo scultore volle consegnare al visitatore attraverso la pietra è chiaro e facilmente accessibile; resta tuttavia un vero e proprio enigma da risolvere e cioé: quella figura femminile posta proprio al vertice dell’arco su entrambe le facciate chi rappresenta?
Aglaia McClintock, basandosi sullo studio di tanti elementi che sono sopravvissuti agli attacchi del tempo, dei vandali, delle sciagure naturali, ha potuto corroborare la propria conclusione su dati di fatto precisi e circostanziati che ora necessitano di conferme ed attestazioni da parte del mondo scientifico ed accademico. La figura femminile raffigurata, potrebbe assomigliare alla dea della Giustizia della mitologia greca.
La docente ha spiegato: “E’ un ipotesi di lavoro che sto seguendo da tempo. Ho studiato per anni le rappresentazioni di giustizia in Grecia e a Roma e poi ho iniziato a studiare l’Arco“. La docente ha quindi aggiunto: “Questi sono monumenti vivi, bisogna comprenderli e guardarli come se fossimo cittadini stranieri“. Presente questa mattina anche il Rettore dell’Università degli Studi del Sannio Gerardo Canfora.
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