La data da segnare in rosso sul calendario è quella di mercoledì prossimo, 10 agosto. A Caserta, presso la sede del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale, i rappresentanti di Alto Calore, Acquedotto Pugliese e delle regioni Campania e Puglia si siederanno al tavolo per ridiscutere nuovamente l’accordo per l’utilizzo delle acque di Cassano.
Già il 20 giugno scorso, si ricorderà, le parti si ritrovarono sulla necessità di rivedere i parametri – gravemente penalizzanti per Irpinia e Sannio – del patto precedentemente sottoscritto nel 2012, giungendo a una divisone fifty-fifty delle risorse. Una mediazione tesa a riequilibrare l’evidente sproporzione determinata cinque anni prima ma nei fatti inutile, considerata la clamorosa emergenza idrica in corso.
Il nuovo accordo, allora, capovolgerà i rapporti di forza, con buona parte delle acque di Cassano che saranno utilizzate dall’Irpinia e non più dalla Puglia (che comunque continuerà a servirsi da altre fonti campane).
Ad annunciarlo è il presidente di Alto Calore Spa Lello De Stefano: “L’accordo del 20 giugno scorso ha determinato un riequilibrio nella distribuzione delle risorse di Cassano. Ma non si è rivelato sufficiente, anche perché le riserve sono scese e siamo passati da 2400 a circa 1600 litri di acqua erogati al secondo. Mercoledì, allora, formalizzeremo questo nuovo accordo. Circa 500 litri andranno ai comuni irpini serviti da Acquedotto Pugliese e circa 900 litri resteranno a disposizione dei comuni irpini e sanniti a gestore Alto Calore. L’accordo diventerà operativo da mercoledì ma già in queste ore stiamo attuando – in via sperimentale – le nuove disposizioni. Qualche miglioramento già c’è. Anche nell’area beneventana del Medio Calore che è quella andata in maggiore sofferenza”.
“E’ questa l’unica cosa che potevamo fare oggi – aggiunge De Stefano – per dare a Irpinia e Sannio quello di cui c’era bisogno. Diverso è il discorso se ragioniamo a medio e lungo termine perché è chiaro che per superare deficienze decennali occorrono interventi strutturali sulla rete”.
Con l’Alto Calore al centro di una indagine della Procura di Benevento, finalizzata ad accertare eventuali responsabilità nell’emergenza idrica ancora in corso, il presidente De Stefano difende l’operato dell’azienda: “Stiamo facendo il nostro dovere. Tutti lavorano ventiquattro ore su ventiquattro, uno sforzo encomiabile che voglio sottolineare. Ma che saremmo andati in difficoltà lo avevamo detto già a maggio perché siamo stati i primi a registrare il calo delle sorgenti. Per tempo, abbiamo allertato la Regione Campania e messo in campo un piano di azione dettagliato. Ma le condotte pagano decenni di incurie e perdiamo il 50% dell’acqua e se a questo aggiungiamo il calo delle riserve e situazioni non preventivabili come i guasti, è chiaro che il quadro si fa complicato. Qui come nel resto del Paese. Ma qui la crisi, senza di noi, sarebbe stata di portata storica”.
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