Benevento- L’accordo c’è stato. Don Nicola De Blasio, Direttore della Caritas diocesana, e Clemente Mastella, Sindaco di Benevento, si accolleranno personalmente e solidalmente il debito accumulato dal Centro “E’ più bello insieme” nei confronti del Comune capoluogo e chiuderanno così il conflitto tra le parti che ha rischiato di portare alla chiusura della struttura che accoglie ragazzi con disabilità al Rione Libertà in via Firenze.
E’ questo il dato che emerso al termine della Conferenza Stampa indetta a Palazzo Mosti nella mattinata di oggi, al termine dell’annunciato incontro per risolvere le criticità che avevano portato alla intimazione di chiusura, dei giorni scorsi, del Centro sociale.
Sit in con le famiglie nel giardino di Palazzo Mosti e vertice nella Sala Giunta. Prima la tensione, poi il compromesso: il centro per disabili del Rione Libertà non chiuderà il 30 giugno. Questa la soluzione scaturita dopo il confronto odierno a cui era presente anche Angelo Moretti, responsabile del Centro. Il presunto mancato pagamento degli arretrati ammonta a poco più di 40 mila euro. Una cifra ragguardevole che verrà corrisposta al comune in 24 rate e di cui se ne assumeranno l’onere sia il sindaco, in misura minore, sia Don Nicola cui spetterà un peso maggiore. Alla fine questa soluzione eviterà a tante famiglie pesantissime ripercussioni che la chiusura del centro avrebbe imposto. Restano però in piedi le criticità di fondo. “Pagheremo personalmente il debito pregresso”: hanno detto i due. Il Direttore ha dichiarato che non poteva certo caricare sulla Caritas la spesa; il Sindaco ha fatto presente che pensare che un Comune in dissesto come quello di Benevento potesse accollarsi la spesa era del tutto fuori luogo. Alla questione dei debiti pregressi si era aggiunta una ispezione dei Nas che aveva rivelato alcuni problemi igienico-sanitari alla struttura, che tuttavia appaiono risolvibili con piccoli lavori di manutenzione straordinaria. Comunque con il pagamento del debito la struttura non chiuderà.
Don Nicola ha rimarcato: “Questo era l’unico modo per garantire la prosecuzione del servizio. Questi ragazzi li considero come miei figli”.
Ma il direttore della Caritas è apparso amareggiato: “La Caritas forse continua ad essere ingombrante e forse lo sono anche io. Prendiamo coscienza che occorre riscoprire l’umanità. Ma sono pieno di gioia nel dire a queste famiglie e ai ragazzi della cooperativa che la struttura non chiude”.
Infine ha aggiunto: “Io sono felice e orgoglioso di stare alla Caritas. Se l’Arcivescovo continuerà a voler avere il mio aiuto lo accetterò senza problemi”.
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