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Il 2021 e la sfida per palazzo Mosti: Mastella unica certezza, tutto il resto è confusione

Mastella aspetta di conoscere il nome dei suoi sfidanti ma il centrodestra ha fatto segnare una falsa partenza e del tavolo del Pd ancora non vi è traccia. Nel frattempo, però, in casa Dem si lavora alle lista: tanti i nomi pesanti persi ma pronti alcuni ritorni importanti

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L’anno di palazzo Mosti. Covid permettendo, in primavera i beneventani si recheranno ai seggi per scegliere sindaco e consiglio comunale. L’andamento dell’epidemia, però, potrebbe suggerire al Governo di far slittare l’appuntamento elettorale. Magari a settembre, come già accaduto nell’anno che da poco ci siamo lasciati alle spalle. E qualcuno, probabilmente, nel rinvio, ci spera.

Grande, infatti, è la confusione sotto al cielo. Ma la situazione è eccellente solo per Clemente Mastella. Quella dell’attuale sindaco è l’unica candidatura già definita. Sulla sponda opposta del fiume, invece, tutto è in discussione, a partire dalla composizione delle coalizioni.

Il centrodestra, per la verità, ha provato a mettersi in moto. Epperò è stata una falsa partenza. Lo stesso passo di lato compiuto da Federico Paolucci, che almeno per il momento ha accantonato la propria disponibilità a candidarsi per la fascia tricolore, non ha prodotto una semplificazione del quadro. Tutt’altro: Fratelli d’Italia, dove si è dimesso pure il coordinatore cittadino Alberto Febbraro, ora è senza guida e l’alleanza si ritrova priva di uno dei suoi pilastri. Come se non bastasse, a ingarbugliare ulteriormente la matassa ci si è messo il Consiglio Comunale: per ripiantare la sua bandierina in via Annunziata, Forza Italia ha colpito “Patto Civico”, suo possibile compagno di viaggio. Sguera e Scarinzi, ovviamente, non hanno compreso né gradito. Cui prodest è l’interrogativo. La risposta è scontata: Clemente Mastella.

Per gli sherpa dell’ex Guardasigilli le difficoltà del centrodestra si traducono, va da sè, in opportunità. Più facile, in queste condizioni, spaccare il fronte e riportare a casa uomini (e voti) che si erano allontanati.

Pure nel centrosinistra abbondano le incognite e non le certezze. Il Partito Democratico, di fatto, ha rinunciato a esprimere una propria candidatura a sindaco per favorire la costruzione di una coalizione ampia. Ma resta in capo al Pd l’onere di concretare l’alleanza. Tra Natale e Capodanno qualche riunione c’è stata. Più d’uno tra i possibili alleati è salito per le scale che conducono alla federazione di Corso Garibaldi. La sensazione è che la discussione entrerà nel vivo nelle prossime settimane, Ma per la convocazione del tanto atteso ‘tavolo’ della coalizione bisognerà ancora attendere.

Due sono i principali nodi che bisogna sciogliere. Il primo riguarda “Civico 22”. L’accordo è dato da molti per scontato e con ogni probabilità si farà. Ma i civici, di fatto, un candidato sindaco ce l’hanno già e risponde al nome di Angelo Moretti. Per gli altri andrà bene? Da parte sua, il Pd ha già fatto sapere che non esistono veti sull’ex coordinatore della Caritas diocesana. Dagli iniziali giri di confronto con i possibili alleati, però, qualche dubbio pure è emerso e la quadratura del cerchio appare lontana. D’altro canto, profili capaci di sbaragliare la concorrenza e mettere tutti a tacere non se ne trovano. E allora? Meglio rimandare la questione, nella speranza che nel frattempo trovi risposta l’altro interrogativo: cosa farà il Movimento Cinque Stelle?

Quella tra il Pd e i pentastellati è la seconda trattativa che stenta a decollare, complici anche le diverse sensibilità presenti all’interno dell’universo grillino beneventano. Intendiamoci: non sono mancati anche qui ammiccamenti e telefonate. Non si è andati oltre, però. A dare nuovo e decisivo impulso al dialogo potrebbe tuttavia essere la definizione – attesa a breve – del patto giallorosso in quel di Napoli, dove il nome di Fico resta in pole position.

Aspettando gli eventi, la pentarchia che oggi governa il Pd sannita prova a compattare le proprie fila. Lavoro non da poco conto considerato che diversi dei nomi ‘pesanti’ che erano in lista nel 2016 nel frattempo hanno preso altre vie. Francesco De Pierro e Luigi Scarinzi, i due uomini più votati cinque anni fa, saranno dall’altra parte della barricata. E così pure l’allora candidato sindaco Raffaele Del Vecchio (che potrebbe non essere della partita in prima persona lavorando, con De Pierro e Cosimo Lepore, alla formazione di una compagine di ispirazione deluchiana a sostegno dell’attuale sindaco). E’ già con Mastella, da assessore, Alfredo Martignetti, altro ‘fu candidato’ Pd. E ancora, cinque anni fa erano col Pd Angelo Miceli, Massimo De Rienzo e Marcello Palladino: tutti e tre dovrebbero essere di nuovo in campo ma tra le fila di una ‘civica’ di centrosinistra promossa, tra gli altri, dai due consiglieri d’opposizione Italo Di Dio e Delia Delli Carri.

Nella lista ufficiale del Partito Democratico, allora, troveranno spazio uomini e donne provenienti da esperienze politiche in passato ‘autonome’, come Lealtà per Benevento. In questo contesto, le voci di una ricandidatura di Fausto Pepe si rincorrono sempre più, tanto che qualcuno già immagina per l’ex sindaco un ruolo istituzionale in caso di vittoria. Un discorso, e chiudiamo, che potrebbe comprendere anche Luigi Boccalone e la sua Alleanza Riformista.

 

 

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