Avellino non può dimenticare la terribile scossa del 23 novembre del 1980. Oggi è il giorno del ricordo ma anche della commozione e forse della speranza, per chi ancora crede che questa città troverà la forza per risollevarsi.
I momenti per la celebrazione si rincorreranno per tutta la giornata. Sono sicuramente utili le inziative avviate in città e in tutta la provincia ma tutti, a cominciare dai giovani e da quegli studenti che lottano per avere una scuola sicura, vogliono risposte ed azioni.
Certo le immagini che Avellino continua a restituire non invogliano ad essere ottimisti. I famosi buchi neri, tanti troppi apparsi la notte che seguì la scossa, dove erano sono rimasti. I palazzi fatiscenti del tratto che parte da Corso Umberto e fino a Via Fontanatetta sono lì a ricordare la tragedia vissuta dall’Irpinia.
Finanche il prefetto Sessa nel suo saluto di congedo, avvenuto qualche mese fa, aveva lanciato forte il suo grido d’allarme per i buchi neri del Corso Vittorio Emanuele diretto al sindaco Paolo Foti e alla sua amministrazione che avrebbero dovuto impegnarsi per risanare la strada principale di Avellino. “Si sarebbe potuto fare di più lungo il Corso per superare questa parentesi di brutture e denti mancanti”– dichiarò.
Avellino non dimentica le tante persone care che sono morte sotto le macerie e per ricordare chi oggi non c’è più, questa mattina alle ore 10.00, è stata deposta una corona in memoria delle vittime del terremoto in Piazza del Popolo. A presenziare alla cerimonia il sindaco di Avellino Paolo Foti. Sono intervenute le massime autorità istituzionali, religise, militari e civili.
Proprio il primo cittadino ha fatto un panomarica sulle vicende di stretta attualità a partire dall’allarme lanciato dagli ordini professionali per il patrimonio edilizio privato, dove si registra che il 60 % non è adeguato e non è a norma, ai buchi neri, all’emergenza scolastica.
“Le sollecitazioni degli ordini professionali possono essere l’occasione per potere riflettere con maggiore attenzione anche se parliamo di patrimonio edilizio privato.- ha spiegato il sindaco Foti– Di fronte alla cifra del 60 per cento, come gli ordini professionali riferiscono, ritengo che si debba avviare una mega opera di sensibilizzazione. So bene che è una vicenda complessa e complicata affinchè i proprietari avviino gli interventi, non essendoci finanza di vantaggio e finanziamenti pubblici. Io se mi trovassi ad abitare in un palazzo che non è in sicurezza, non ci penserei molto ad intervenire sul fabbricato. E’ un problema molto serio per il quale si potrebbero immaginare misure di sostegno per alleggerire in parte la spesa. Sui buchi neri al corso le responsabilità sono sempre di privati per liti giudiziare infinite che non hanno trovato ricontri, situazione che non consente di tracciare un percorso. Certo mi lascia perplesso e che i privati non capiscano che corrono seri rischi di perdere anche i finanziamenti pubblici. Sia la precedente amministrazione che l’attuale hanno fatto vari incontri per tentare una mediazione. Sulle scuole intanto l’auspicio è che la scuola media Solimena non venga chiusa anche se,in ogni caso, il Comune ha già predisposto un piano per cui i disagi sarebbero minimi e puntiamo a fare in modo che non ci sia nessun tipo di rallentamento per le attività didattiche. Sulla questione del deficit del patrimonio scolastico cittadino e provinciale io chiederò un tavolo in Prefettura che coinvolga i Governi nazionale e regionale per avere un finanziamento e realizzare la cosiddetta edilizia industrializzata. Solo in questo modo nel giro di pochi mesi, una volta ottenuti i fondi,si potranno realizzare gli interventi per dare una risposta prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Un buono amministratore responsabile deve pianificare. Il mio impegno è dare un contributo”.
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