Avellino – Roberta Santaniello, ex presidente provinciale del Pd, non ci sarò questo pomeriggio al vertice convocato da David Ermini a Roma per il fare il punto della situazione sull’organizzazione del congresso provinciale del Pd quando mancano pochi mesi alle elezioni. «Per onore di cronaca e non per mera e strumentale polemica, stante le innumerevoli battaglie per il mio partito, ci tengo a motivare la mia assenza alla riunione convocata dal commissario politico del pd Ermini a Roma. Purtroppo ho dovuto constatare, per esperienza personale, che questo è l’atteggiamento che ha portato molti dei nostri elettori ad allontanarsi dal Pd. Nulla contro il commissario per il quale nutro stima ma contro un metodo che ha generato lo stato di confusione a cui siamo andati incontro ad Avellino e che ha determinato poi condizioni di sconfitta come quelle siciliane di ieri. Come molti sanno, ho un impegno che mi richiede moltissimo tempo e grande attenzione. Un impegno che dedico per migliorare il contesto in cui vivo, la mia regione, la mia provincia. Oggi 8 novembre come avviene spesso un impegno esterno mi impediva di essere a Roma in un orario congruo. Ho chiesto così al commissario Ermini se poteva essere presente un’ altra persona al mio posto a rappresentare un gruppo, un pensiero condiviso con amici e compagni di partito per esperienze maturate. Questa persona avrebbe potuto rappresentare il nostro pensiero, ed era un modo per garantire che le nostre istanze fossero ascoltate. Mi è stato risposto che era meglio di no, perché non era un incontro di correnti o gruppi , ma un incontro tra “persone”…. persone e non partito… persone e non rappresentanze di gruppi… capirete il mio stupore, capirete che per chi come me considera la politica un fatto di squadra non aveva senso andare a parlare come persona.. cosa avrei dovuto rappresentare in quella riunione? Un incontro tra persone e non un incontro con chi porta il Pensiero di un gruppo?
Quindi un incontro di “capi” alla ricerca della singola gloria? Non vi è dubbio che questo atteggiamento di chiusura tra “persone”, ha distrutto da tempo il nostro partito. La chiusura tra le stanze di potere, la chiusura alla condivisione di pochi, la non apertura alla partecipazione ha fatto sì che ci trovassimo sempre meno rappresentanti dei più. Nella mia cultura i rappresentanti politici, scelti dal popolo, hanno il compito di veicolare il pensiero di un gruppo non del singolo. Ecco perché non siamo in grado di rappresentare i più, perché ci chiudiamo tra di noi senza far si che ciascuno di noi rappresenti un idea. Se avessi avuto qualche dubbio sul correre a Roma , ora so che comunque sarei stata un pesce fuor d’acqua. Domenica pomeriggio ci siamo visti tutti insieme proprio per questo e quello che avremmo detto oggi è che vogliamo il congresso subito, che vogliamo un partito libero, che vogliamo le primarie per tutto che siamo per la partecipazione e non per l’esclusione. Esperienze maturate, territori, problematiche sono arricchimento per il partito e noi non siamo contro le diverse sensibilità , al pluralismo quando queste arricchiscono e sono gruppi aperti gestiti in maniera orizzontali. Ma siamo contro i tutor. Mi auguro che il commissario comprenda, stante la sua sensibilità, che ricostruire il Pd di Avellino significa ricostruire una piazza di pensiero, un laboratorio di idee magari recuperando il mondo dei giovani che guardano altrove».
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