Avellino – Subito all’attacco il segretario Pd Matteo Renzi questa mattina appena sceso dal treno alla stazione di Ariano Irpino accompagnato dai parlamentari Valentina Paris e Luigi Famiglietti e da David Ermini, commissario politico del partito in Irpinia, oltre che dagli inseparabili Giovani democratici che lo seguono nel tour “Destinazione Italia”.
«Meglio avere una legge che avere una legge che esce dalla Consulta. E la cosa fondamentale, che il cittadino ha una possibilità di scelta», ha ribadito subito l’ex premier assediato dai giornalisti. E ha spiegato: «Io sono sostenitore o delle preferenze o dell’uninominale secco. La cosa divertente è che in questi giorni sento autorevoli dirigenti del M5s farci la morale sul fatto che mancano le preferenze, quando tal Danilo Toninelli, quando si è candidato con le preferenze, ha preso 9 voti a Crema».
Si va verso una grande coalizione Renzi–Berlusconi? «Questo lo dite voi. E’ evidente che prendere il 40% è difficilissimo, lo abbiamo preso alle europee ed è stata una vittoria, lo abbiamo preso al referendum ed è stata una sconfitta. Se prendessimo, in coalizione, il 40% alle politiche avremmo il modo di governare il Paese da soli. Nella coalizione vedo Pisapia, le forze del centrosinistra, socialisti, verdi, Italia dei valori».
Sul caso Bankitalia: «Se si ritiene che valga la pena confermare Ignazio Visco, mi auguro che i prossimi sei anni siano migliori degli ultimi. Peggiori mi sembra difficile». «In questi sei anni il sistema di vigilanza sulle banche ha funzionato? Per me no. E’ possibile far finta di non vedere che la vicenda Siena non può finire in una bolla sapone? Che in Veneto è evidente che c’era un sistema di alleanze nei controlli» che in altre situazioni, compresa Banca Etruria, «ci sia stata una chiara responsabilità di Banca d’Italia? Non dico che Bankitalia ha fatto finta di non vedere ma non ha funzionato».
«Il 75% del Parlamento – ha ricordato Renzi – ha votato la mozione Pd. Il Pd ha fatto benissimo a presentarla. Quando tra dieci anni si parlerà delle banche italiane, potrò dire ai miei amici e ai miei figli che siamo stati dalla parte giusta». Rispetta la presa di posizione dell’ex presidente della Repubblica: «Non è la prima volta che Napolitano esprime valutazioni di profondo dissenso rispetto al Pd. Tuttavia ho una stima enorme per lui e quando sento Di Battista insultare Napolitano dandogli del vigliacco, mi vergogno per Di Battista. Al presidente emerito si deve assoluto rispetto. Nel merito, non la penso come lui. Mettere la fiducia è un atto assolutamente legittimo».
Con il presidente Gentiloni «c’è massima stima, rispetto, amicizia personale e condivisione politica molto forte, questo non vuole dire che non ci siano opinioni diverse. Sulla fiducia ha scelto il presidente del Consiglio, è ovvio che sia così. Una nuova maggioranza? Assolutamente no», ha precisato tenendo fede al sostegno al Governo.
Ha affrontato pure il tema pensioni: «Landini è come sempre molto ideologico sul tema. Quando diceva che con il jobs act avrebbe occupato le fabbriche e invece ha occupato i salotti tv. Ci sono più di 900mila posti di lavoro in più e Landini ha occupato i salotti ma non una fabbrica». E parlando della sospensione dell’automatismo che lega aumento dell’età pensionabile a aspettative di vita. «A fronte di un aumento che scatta nel 2019 e di una richiesta della Camusso, di Furlan e di Barbagallo che chiedono di prenderci sei mesi per vedere come va e poi decidiamo, noi abbiamo detto di sì. Se a Landini non va bene neanche quando diciamo di sì, faccia pace con se stesso…».