Congresso provinciale Pd a fine luglio e conferenza programmatica a giugno. E’ quanto deciso nella riunione di stamattina tra il segretario regionale del Pd, Assunta Tartaglione e il “direttorio” del Pd irpino l’ex senatore Enzo De Luca, la presidente regionale Rosetta D’Amelio, il deputato Luigi Famiglietti, assente l’altra deputata Valentina Paris, che pure sembra essere d’accordo -.
Dunque tutti dalla stessa parte? Forse, perché ora si apre la partita vera. Perché in Irpinia ci sono tanti, troppi Pd. Quanti? Uno basta e avanza, di norma. Qui se ne contano quattro, cinque, sei e comunque non uno sufficiente ad esprimere una classe dirigente degna di questo nome. E’ un caso certamente più unico che raro. Un anno e mezzo fa si dimetteva il segretario provinciale Carmine De Blasio e da allora c’è un “direttorio” per quattro, vedi ufficio politico.
Solo un congresso potrà mettere pace. Però in questo caso ognuno tira l’acqua al suo mulino. Detto in soldoni ognuno sogna un partito tutto per sé. E allora chi chiede di poter eleggere il segretario a luglio, chi in autunno inoltrato o addirittura all’inizio del prossimo anno. Perché dalla data dipende il numero di tesserati che verranno ammessi a votare. Oggi sono 6500 circa senza contare altri 500 che secondo alcuni non avrebbero diritto a dire la loro. Se si considera che queste iscrizioni via web fanno capo a due correnti, quella del consigliere comunale e provinciale, Gianluca Festa, e quella del sottosegretario sannita Umberto Del Basso De Caro, un’ alleanza tra i due determinerebbe l’area preponderante da porsi a capo del partito.
Ci sono dall’altra parte D’Amelio, De Luca e Roberta Santaniello, presidente del Pd. E poi ancora un po’ più defilati il fondatore del Bing Bang in Irpinia, Famiglietti che fa parte della direzione nazionale, e Valentina Paris, anche lei dirigente. Ogni corrente si scinde poi in sottocorrenti sempre più piccole fino a dissolversi del tutto senza arrivare al singolo militante. Discutere di idee e proposte per lo sviluppo del territorio? Impossibile. In fondo la posta in palio è porsi alla guida del partito che significa avere gioco facile alle prossime politiche. E allora ognuno si posiziona come gli fa comodo. Restano altri particolari da definire. Congresso unitario con liste separate? Quanti candidati? Un’ incertezza politica che si riversa sull’amministrazione comunale del capoluogo Avellino e che lucra sulla spartizione compulsiva degli incarichi in giunta e negli enti. Tanto che il primo cittadino Paolo Foti ha cambiato ben 27 assessori.