Home Avellino Avellino, Pd: dopo il Rosatellum scontro per le primarie

Avellino, Pd: dopo il Rosatellum scontro per le primarie

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Avellino – «La notizia che da un commissariamento tecnico si sia giunti ad uno politico è stato l’epilogo, a mio avviso, di una farsa messa in scena all’indomani del Congresso nazionale». Così Nando Zoina, reggente Circolo PD di Montemiletto – vice sindaco comune di Montemiletto.  «A nulla sono valsi i tentativi dei segretari di Circolo di normalizzare un processo per restituire dignità al PD irpino e di questo ne va preso atto.  Rimane però l’amarezza di un popolo, quello democratico, che si è visto defraudato della possibilità di esprimersi in un’assise, quella congressuale, che sarebbe dovuta essere risolutiva rispetto alle criticità ed ai problemi che in questi mesi sono stati registrati».

Insomma nonostante Ermini i problemi continuano ad esserci: «Ora il timore che si fa avanti è che le contraddizioni, le ambiguità, le storture, i comportamenti anti statutari, per non dire a limite della legalità, possano essere dimenticati nel nome di una soluzione politica la cui ricerca è affidata al commissario nominato».
Zoina – e i circoli -ha protestato contro una certa organizzazione del congresso e ora «le provocazioni di chi ritiene di aver avuto ragione, prevedendo un rinvio del congresso, dopo aver lavorato sottotraccia affinché lo stesso non si tenesse e, al tempo stesso, preparava una proposta politica congressuale». E allora? «Si deve invece rispondere a questo atteggiamento irresponsabile praticando la maturità più che decantandola, anche alla luce del lavoro fin qui fatto in Parlamento per la legge elettorale. Se infatti l’impianto non dovesse essere stravolto da ripensamenti e giudizi successivi quella stessa legge, che ha suscitato e suscita molte perplessità, calata sui nostri territori toglie materia del contendere nella corsa per le prossime elezioni politiche».
Insomma adesso si apre la partita sulla legge elettorale. «La provincia Irpina, allargata a quella sannita, avrà la possibilità di esprimere candidature sufficienti per gli aspiranti il cui successo sarà direttamente proporzionale alla capacità dei candidati di trovare consensi e al PD di recuperare il rapporto con i sui elettori. Sono convinto, infatti, che per uscire dalle difficoltà di questi due anni non servano scatti di orgoglio, ne rivoluzioni di pensiero, serve semplicemente tornare ad essere il PD del 2007, quando il Partito era una speranza per i cittadini, un laboratorio di idee e di pensiero, una sfida per le classi dirigenti che si misuravano con i problemi e con le soluzioni. In questi ultimi anni, purtroppo, leaderismo e autoreferenzialismo si sono sovrapposti nascondendo, dietro la vocazione maggioritaria del PD, la difesa degli interessi personali».
Zoina spinge per le primarie: «I meccanismi di selezione sono dettati dallo Statuto e, se servirà, lo strumento delle Primarie potrà consentire di superare i problemi legati alle legittime aspirazioni di quanti si sentono di poter rappresentare i territori sotto la bandiera del PD. Il Congresso provinciale, inoltre, rappresenta lo strumento di democrazia interna che dalla discussione e dal confronto ci può consegnare organismi legittimati.

L’esponente del Pd accatta: «Il rifiuto della democrazia e l’appiattimento su un commissariamento fino a dopo le elezioni del 2018 ci consegnerà un Partito lacerato dalle divisioni con una linea ondivaga che allontanerà gli elettori ed i militanti i quali spesso non comprendono cosa accade a Via Tagliamento. Se veramente si tiene al Partito si aiuti il commissario a certificare l’anagrafe degli iscritti; chi ha abusato del concetto di inclusività del PD venga messo alla porta annullando i tesseramenti fatti fuori dalle regole e si proceda con il Congresso sconfessando le antiche liturgie che vogliono che queste assisi si celebrino lontane dalle scadenze elettorali. Un PD unito in questo percorso avrà sicuramente la forza di rispondere all’avanzata della destra populista ed alle bordate del movimentismo demagogico; diversamente rischiamo di distruggere un patrimonio in termini di consensi e ancor più consegnare agli avversari un’improbabile vittoria».

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