Dimissioni Foti, De Caro tenta la mediazione

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Avellino – La verità è che nessuno ci crede. Lui, il sindaco Paolo Foti, ha annunciato le dimissioni almeno quattro volte, escludendo quelle di questa sera nel corso del consiglio comunale. Un bluff, dicono in molti, condito da lunghe ore di riflessione che   fanno da preludio al gesto “irrevocabile”.

Puntualmente, la pausa porta il sindaco a tornare sui suoi passi, come se qualcuno nel periodo di meditazione lo portasse a rivedere una ad una, le  motivazioni che lo hanno fatto giungere sullo scranno più alto del palazzo di Città.

Già, la città. Avellino assiste impotente a queste cicliche sceneggiate e nessuno trova più da nessuna parte un motivo per comprenderlo, una ragione, anche la più banale, per riderci. Foti è la rappresentazione di una sconfitta che stenta ad essere ammessa. O meglio, non può. I tutoraggi politici di cui ha goduto sono con lui in un angolo.  Incapaci di riprendersi e privi persino di una salvifica spugna da poter gettare. Come per l’epica figura di Rodrigo Diaz conte di Bivar, Foti promette di tenere “dritta la schiena” ma sono artifici politici a tenerlo in sella.

Il popolo del Pd soffre in silenzio. Uno a uno, tutti i suoi più fedeli in consiglio lo hanno abbandonato dando vita ad un fuggi fuggi in un disperatissimo tentativo di lavarsi mani e faccia da una delle esperienze amministrative più devastanti.

Non è un caso che ad intervenire, nel tentativo di ricondurlo a più miti consigli, questa volta è stato il beneventano sottosegretario alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro. Ha più di uno sherpa in consiglio comunale, De Caro. Li sta usando per una mediazione, un nuovo ripensamento. Il sottosegretario conosce il pantano avellinese e l’assenza di una classe politica degna lo pone in una condizione di responsabilità rispetto al partito. Insomma, deve intervenire per forza, anche se la miglior cura sarebbe staccare la spina. Fa da supplente, si sente parlare di sonore “lavate di testa”.    

 

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