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No, non può finire così. Ora più che mai salviamo la Scandone

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Avellino – “We will work and strive”. E’ una frase dell’inno della Scandone. Go West. Tradotto in italiano significa lavoreremo e lotteremo. Due termini che accomunano il destino della società cestistica irpina che negli ultimi anni ha scritto pagine di storia che nessuno potrà mai cancellare. Una storia cominciata nel lontano 1948 grazie all’intuizione del professore Ciro Troncone che fondò una squadra chiamata Forza e Coraggio

Sacrifici su sacrifici la formazione irpina con il tempo si è consacrata negli annali della palla a spicchi italiana. Dalla promozione arrivata nel 2000 a Jesi con la bomba di Claudio Capone che mandò in visibilio l’intera provincia e non solo. Una delle date più importanti della storia moderna dei lupi è sicuramente la stagione 2007/2008 con la vittoria della Coppa Italia. Il primo e unico trofeo della compagine irpina. Oggi la storia dopo diciannove anni di campionato di massima serie rischia di scomparire. La volontà di Gianandrea De Cesare attuale amministratore delegato è di vendere la società insieme al calcio acquistato lo scorso anno. Mentre per il calcio gli interessati non mancano nel basket la situazione resta sempre più a rischio. Il primo tra tanti è di depredare una storia decennale nel massimo campionato con l’autoretrocessione tra LegaDue o peggio ancora in B. Le lacrime degli Original Fans ’99 dopo l’incontro avvenuto con l’imprenditore napoletano dimostrano l’attaccamento a questi colori. Colori capaci di far innamorare intere generazioni, ma al contempo di far versare fiumi di lacrime dopo una sconfitta oppure l’eliminazione dalla Coppa Italia o Champions League o meglio ancora i playoff.

Tutto ciò non può finire. Non può finire così. E’ arrivato il momento di salvare una delle eccellenze della nostra terra. La storia ci impone di essere lupi. I lupi non demordono. Ora più che mai #Salviamola.

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