E’ in programma per domani mattina, alle ore 10.30, la conferenza dei capigruppo a Palazzo di Città per definire i lavori del prossimo consiglio comunale.
Il clima non appare sereno, in particolare tra i consiglieri di maggioranza. E’ cominciata la rincorsa del capogruppo Geppino Giiacobbe che più di una volta ha tentato di riportarli al tavolo della discussione su quelli che saranno gli argomenti di cui l’ Assise dovrà occuparsi. Ma le presenze, come al solito, si contano sulle dita di una mano. Del resto è da tempo che l’attività consiliare prosegue tra presenze risicate e assenze dell’ultimo momento o in corso di lavori. Se non fosse stato per l’appoggio della minoranza molti argomenti non sarebbero mai stati affrontati. Uno spettacolo a cui la città non può che assistere impotente e in attesa delle prossime elezioni nella speranza di poter cambiare qualcosa.
Intanto è stato proprio il sindaco Paolo Foti a lamentarsi in questi giorni del consiglio comunale, opposizione e maggioranza. Un consiglio troppo difficile, ha puntualizzato il primo cittadino, dal quale si sarebbe aspettato segnali di condivisione, di solidarietà e di collaborazione.
Una lettura piuttosto dura quasi a volere indicare nell’Assise di Piazza del Popolo una delle maggiori colpe delle tante inefficienze di questa amministrazione comunale.
Non ci sta però il presidente del Consiglio Comunale Livio Petitto che con spirito di servizio non ha mai fatto mancare il suo convinto e appassionato contributo all’azione amministrativa assicurando sempre, ad eccezione di pochi momenti dovuti a motivi seri familiari o di salute, la sua presenza nelle sedute di consiglio. Diretta e puntuale, intanto, la sua replica al primo cittadino che ha puntato l’indice contro il consiglio comunale.
“Io direi che se il consiglio comunale è difficile, c’è una amministrazione altrettanto difficile a partire dal sindaco che a volte ha tenuto atteggiamenti non condivisibili durante la consiliatura. Prima di parlare degli altri dovrebbe fare mea culpa. Che poi il consiglio sia stato litigioso può essere sinonimo di confronto e di democrazia; che ben venga la dialettica, significa che non tutti la pensano allo stesso modo – precisa il presidente Livio Petitto -Sicuramente a questa Assise municipale è mancata la fiducia tra i consiglieri. Purtroppo è venuto subito meno il patto istituito durante la campagna elettorale, chi doveva essere garante di quel patto non lo è stato per cui le responsabilità dovrebbero essere ripartite a cominciare da via Tagliamento fino a Palazzo di Città e anche qualche segreteria politica ha qualche colpa. Però non tutto è perduto. Dobbiamo ripartire da quello che questa amministrazione ha lasciato a chi verrà dopo, mi riferisco ai tanti fianziamenti avuti, al bando delle periferie con 18 milioni di euro. Avellino è arrivata seconda solo dopo Bari; abbiamo avuto la partecipazione del Ministro in consiglio, verrano riqualificati i quartieri. Con questi intrventi si potrà riavviare quella vita di periferia che rimane la parte pulsante della città”.
Insomma questa amministrazione, nel bene e nel male, qualche risultato lo ha raggiunto e altri riuscirà a raggiungerli fino alla fine del mandato del 2018. Per ora il panorama politico amministrativo continua a restituire tanti e diversificati segnali tra chi si propone come il nuovo che avanza, chi rivendica capacità maggiori, chi ancora pensa di avere le soluzioni già in tasca e chi ritiene doveroso mettere al bando coloro che tutt’ora rivestono il ruolo di amministratori e consiglieri. Tutto accade sotto l’impotenza di tanti elettori avellinesi che davvero si sentono confusi, spaesati e a tratti preoccupati su quello che il futuro potrebbe riservare ancora alla città. Come dire, al peggio non c’è mai fine. Dalla sua il presidente del consiglio comunale ribadisce la disponibilità a partecpare alle prossime elezioni ma limitando il suo impegno al solo consiglio comunale.
“ Se dovvese essermi chiesto un contributo io lo darò ma im maniera limitata ai miei nuovi impegni che mi portano spesso fuori Avellino. In caso contrario non potrei fare altrimenti- precisa Petitto– Sarò molto chiaro, potrò garantire solo la mia partecipazione al consiglio comunale e portare avanti la mia azione da consigliere. Agli avellinesi verrà chiesto l’ennesimo atto di fiiducia in questo centrosinistra che in passato ha dimostrato di sapere governare, di conoscere i problemi e di avere le soluzione. E’ una fiducia che si chiede alla popolazione, del resto non mi sembra ci sia altro che sia strutturato come il partito democratico e tutta la coalizione di centrosinistra”.
Sotto il profilo politico Petitto si sofferma sulla presenza attiva del sottosegretario Del Basse De Caro ad Avellino e in Irpinia: ” De Caro, a differenza dei tanti rappresentati che abbiamo avuto e che abbiamo sul territorio, è un politico di razza che antepone allo scontro il dialogo, la parola la risoluzione dei problemi. Per lui viene prima il territorio, vengono i problemi e la risoluzione degli stessi, viene la risposta alle tante istanze e poi la dinamica interna al partito e agli scontri che ultimamente sono diventate vere e proprie rappresaglie anche nei suoi confronti. E’ stato vissuto come il benevantano conquistatore e usurpatore. Una polemica che ha trovato terreno fertile in questa provincia dove c’è fame di politica visti i trascorsi. E’ arrivato il momento di far crescere una vera classe dirigente. C’ è bisogno di un partito che apra un tavolo che manca da troppi anni. Non c’è stata un vera coalizione di centro sinistra che ha sostenuto Foti ma si è arrivati frammentati alle elezioni amministrative del 2013. Gli errori non si devono ripetere nel 2018″.
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