Avellino – E’ proprio così. “C’è qualcosa che non va“. Eh, la sapeva lunga Vasco Rossi nella canzone “C’è chi dice no”. La lezione di Cremona non ha funzionato. Il ko contro l’ex Tesser doveva essere da monito, ma a Cesena si sono rivisti gli stessi errori. Emozione o non Marchizza sempre essere il maggior indiziato. Ma guai a lanciare la croce su un calciatore che per la prima volta si affaccia tra i professionisti a “soli” 19 anni.
Lo ha confermato Walter Novellino. Contro il Cesena non ha funzionato l’approccio. Nei primi 35 minuti di gioco, l’Avellino, è sembrato essere un fantasma in campo. La riprova è il primo gol di Cacia arrivato dopo appena 120 secondi. Una doccia gelata. I lupi famelici visti contro il Foggia, con i romagnoli, si sono trasformati in agnellini. In pochi giorni l’involuzione è stata rapida. In due gare, l’Avellino, ha raccolto il pallone nella rete sei volte. Un dato allarmante.
In questo momento, però, piangere sul latte versato serve a poco. O nulla. Non c’è tempo per leccarsi le ferite. Lunedì sera si torna in campo, stavolta in casa. Al Partenio-Lombardi arriva il Venezia di Pippo Inzaghi. I lagunari, fin qui, hanno ottenuto tre pareggi ed una vittoria. Non subendo mai gol. L’Avellino, ora più che mai, deve rialzare la testa. Soprattutto se gioca tra le mura amiche.
(foto: cesenacalcio.it)
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