Spaccio di droga, chiesti 3 secoli di carcere per 30 imputati

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Salerno – Oltre tre secoli di carcere a carico di 30 persone. Pene severe quelle chieste, ieri, dal pubblico ministero Marco Colamonici al termine della requisitoria a carico degli imputati nel processo “Omnia” che hanno scelto il rito dell’abbreviato. L’udienza, dinanzi al giudice per le indagini preliminari Pietro Indinnimeo si è svolta nell’aula bumker del carcere di Salerno. Il filone è quello dello spaccio di sostanze stupefacenti; gli imputati rispondono anche di associazione (aspetto questo di cui si è occupato il pubblico ministero Silvio Marco Guarriello che ha tenuto la requisitoria la scorsa udienza.

Nel dettaglio, la pubblica accusa, a carico degli imputati che hanno scelto il rito dell’abbreviato (che prevede uno sconto di pena di un terzo), ha chiesto al Gup Indinnimeo la condanna a 6 anni in continuazione con altre condanne per Sabino De Maio, attuale collaboratore di giustizia; 22 anni per Segio Bisogni, Francesco Mogavero e Luigi Giuliano; 20 anni per Marco Imparato, Biagio Parisi, Guglielmo Di Martino, Giuseppe Dell’Angelo, Marco Comunale e Sabato Di Lascio; 12 anni per Cosma Palma e Luca Sorriento; 10 anni per Leopoldo Ferullo, Alberto Sabato, Raffaele Sorriento, Cristian Pecoraro, Alda Di Benedetto, Alberto Sabato e Alfonso Telese;  8 anni per Salvatore Di Lieto; 5 anni per Santo Pecoraro; 4 anni per Donato Ippolito, Mario Funiciello, Angelo Brillante, Giuseppe De Sio, Lucia De Sio, Paolo Podeia, Leonard Virga e Antonio Capone; 2 anni a Anna Iuliano. Nel collegio difensivo tra gli altri Luigi Gargiulo, Luigi Capaldo, Giuseppe Russo, Stefania Pierro, Fiorenzo Pierro. Per tutti gli altri la decisione è sul rinvio a giudizio. La sentenza a metà del mese di gennaio.

Il blitz scattò all’alba dello scorso 8 marzo da parte dei carabinieri della compagnia di Battipaglia coordinati dalla Procura di Salerno. L’obiettivo del sodalizio  era quello di “piazzare” lo stupefacente cedendolo agli abituali assuntori. Modo questo per fare cassa ed avere sempre denaro disponibile. Chi non capiva come doveva muoversi veniva aggredito verbalmente e non solo. Il traffico di sostanze stupefacenti emerse sia da alcune intercettazioni telefoniche che dalle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia tra cui Paolo Podeia e Raffaele Del Pizzo. L’associazione era capeggiata da Sabino De Maio, Luigi Giuliano, Francesco Mogavero e Sergio Bisogni ed operava attraverso dei sottogruppi sia nel comune di Montecorvino Rovella che in tutta l’area limitrofa ed aveva collegamenti con il napoletano, l’avellinese e anche con zone extra regionali. Infatti, alcuni carichi di droga sarebbero dovuti arrivare dalla Spagna. Le direttive dei capi erano chiare a tutti i componenti dei vari sottogruppi (Rovella, Acerno, Battipaglia, Bellizzi, Olevano sul Tusciano, Pontecagnano, Salerno).
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