Gruppo Silba, situzione disperata per 330 dipendenti. Azienda verso la liquidazione

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Salerno – Salvo eventuali colpi di scena, nelle prossime ore sarà liquidato il gruppo Silba. La notizia è diventata realtà stamattina, dopo che nell’ennesimo incontro tra soci, parti sociali e sindaci di Cava de’ Tirreni e Roccapiemonte non si è trovato l’accordo. “I primi cittadini si sono impegnati al massimo e ho ribadito che la Silba deve ai lavoratori ancora la mensilità di maggio, scaduta il 10 giugno scorso, pur avendo percepito dall’Asl Salerno le rimesse”,  così Antonio Malangone della Uil Fpl provinciale. “Ci auguriamo che, in queste ore, ci possa essere ancora un avvicinamento ed un accordo da parte dei soci per scongiurare da parte del giudice la nomina di un commissario liquidatore per il gruppo che possiede le strutture sanitarie di Roccapiemonte e Cava de’ Tirreni. Mi auguro che, ancora una volta, possiamo scuotere le coscienze dei soci per il bene dei 330 lavoratori, delle loro famiglie e degli utenti disabili”. All’incontro di ieri era assente la famiglia de Falco, soci del gruppo che hanno contestato non poco gli atteggiamenti degli altri soci.

Il commissario liquidatore è l’organo che procede a tutte le operazioni della cancellazione dell’attività del gruppo Silba secondo le direttive dell’autorità che vigila sulla procedura, oltre che sotto il controllo del comitato di sorveglianza. Nel caso d’imprese di particolare importanza, come in questo contesto, possono essere nominati tre commissari. Le sue funzioni sono simili a quelle del curatore, e, infatti, come dispone l’articolo 199 della legge fallimentare, il commissario è pubblico ufficiale, può essere sottoposto ad azione di responsabilità, può essere revocato o sostituito come il curatore e può, come quest’ultimo, delegare altri allo svolgimento dei suoi compiti sotto la vigilanza dell’autorità amministrativa di vigilanza.

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