Napoli – Impugnò la pistola e fece fuoco contro una vittima innocente, un meccanico incensurato di 25 anni di Forcella che fu assassinato per vendetta, solo perché familiare di un pregiudicato del clan avversario. Fu ucciso da Antonio Napoletano detto “’o nannone”, all’epoca dei fatti minorenne.
Il gip del tribunale per i minorenni, al termine di indagini della squadra mobile della questura partenopea, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il babykiller della paranza dei bambini, ritenuto responsabile dei reati di omicidio, di detenzione e porto illegale di arma da fuoco, lesioni personali e minacce, delitti attuati per agevolare l’attività del clan e per rafforzarne l’egemonia sul territorio. Era la faida tremenda del centro di Napoli, quella tra il clan Buonerba contro i Giuliano-Sibillo per il controllo di Forcella, Maddalena e Tribunali.
Le indagini hanno consentito di ricostruire il contesto criminale, il movente del pestaggio e del successivo omicidio di Galletta, del tutto estraneo alle faide di camorra e ad ambienti criminali, avvenuti rispettivamente in data 28 e 31 luglio 2015, in via Carbonara, all’interno di un locale adibito a officina meccanica, ove la vittima lavorava. In particolare, secondo la ricostruzione investigativa, l’aggressione e l’omicidio sarebbero stati la reazione violenta dei Sibillo all’uccisione di un loro affiliato, Salvatore D’Alpino, avvenuta il giorno prima dell’aggressione di Galletta.
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