La camorra spara tra la folla: Nocerino ammazzato per vendetta

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Napoli  – Senza pietà. La camorra di Ponticelli ancora una volta uccide, tra la folla, incurante di quello che può succedere e delle conseguenze trasversali. Un pregiudicato è stato ucciso e un incensurato invece ferito ad un gluteo. Per errore. Ancora una volta l’immaginazione supera la realtà e “Gomorra” la si guarda in faccia tra le vie di Napoli.

Questa volta non si uccide a Scampia ma nell’area est di Napoli ma il risultato è lo stesso. Gli hanno esploso contro cinque colpi di pistola e sono scappati su uno scooter a folle velocità. È morto così il pregiudicato Ciro Nocerino, 38 anni, in un agguato compiuto oggi pomeriggio alle 16,30 in via Comunale Maranda a Ponticelli, nella zona est di Napoli, davanti al liceo scientifico Calamandrei. Nell’agguato è rimasto ferito anche un 33enne incensurato: Fabio Tramontano, che era lì perché aveva un appuntamento con la vittima.

Lui fa il perito assicurativo e Nocerino aveva avuto un sinistro con la sua nuova auto. I killer hanno fatto fuoco non appena è sceso e si è avvicinato al 33enne per salutarlo. I colpi di pistola lo hanno raggiunto in più parti del corpo, mentre Tramontano è stato colpito ad un gluteo. Portato al pronto soccorso del Loreto Mare è stato soccorso e la pallottola estratta. Poteva andargli molto peggio perché infatti, pochi centimetri più in alto e sarebbe rimasto paralizzato.

Momenti di tensione si sono vissuti sul posto all’arrivo dei familiari della vittima che hanno riversato la loro rabbia contro un fotoreporter che è stato preso a pugni in pieno volto. E su questo si è riaccesa la polemica. «Un fotoreporter è stato picchiato oggi a Ponticelli sul luogo di un omicidio di camorra. Un parente della vittima si è avventato sul collega che stava lavorando sulla scena del crimine e gli ha sferrato due colpi sul volto. È l’ennesima aggressione e arriva proprio nel giorno in cui alla Fnsi con il ministro dell’Interno, Marco Minniti, è stato costituito il coordinamento per la sicurezza dei giornalisti, che è diventata una vera e propria emergenza. Domani i giornalisti italiani manifesteranno in piazza ad Ostia, ci sarà anche una delegazione campana, sarà una protesta per la libertà di stampa, per tutti quelli che come il fotoreporter napoletano aggredito oggi, mettono a rischio la propria incolumità per fare il proprio dovere e per tutelare il diritto di tutti di essere informati», scrive in una nota il Sugc, il sindacato unitario dei giornalisti della Campania. 

Sul posto gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e quelli del commissariato di zona che stanno cercando di ricostruire le ultime frequentazioni della vittima. Nella zona ci sono fermenti da molti mesi per le lotte dovute per il controllo degli affari criminali tra il clan legati, innanzitutto, al traffico di sostanze stupefacenti e poi alle estorsione praticate agli ambulanti dei mercatini rionali. A comandare adesso sono i De Micco, i cosiddetti clan dei “tatuati” per le scritte incise sul loro corpo che portano i soprannomi dei boss “Bodò”. Ma dall’altra parte ci sono i D’Amico, che controllano ancora una parte del Conocal, una agglomerato di case popolari dove ci sono numerose piazze per lo spaccio di sostanze stupefacenti. In quella zona ci sono già stati omicidi negli ultimi mesi e tutti legati alla frattura tra i due clan. Una microspia piazzata su un ponte dell’autostrada, riprese le scene drammatiche delle cosiddette “stese”:  sparatorie in aria per intimorire gli avversari.

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