Doveva essere un confronto a più voci la seduta monotematica di Consiglio provinciale convocata a Palazzo Caracciolo dal Presidente Domenico Gambacorta. Una seduta monotematica per discutere dell’atto aziendale predisposto dal direttore generale Maria Morgante alla quale dovevano partecipare i consiglieri regionali irpini Maurizio Petracca, Francesco Todisco, Vincenzo Alaia, il presidente del consiglio regionale Rosetta D’Amelio ed i sindaci dei comuni dove hanno sede gli ospedali per i quali sono state predisposte scelte che di fatto depotenziano le strutture sanitarie locali.
Ma la Morgante non solo non si è presenta in aula ma ha tenuto, contemporaneamente, presso la sede Asl di Via Degli Imbimbo un vertice ristretto con i consiglieri regionali
Su tutte le furie il sindaco di Solofra Michele Vignola per il quale i consiglieri regionali avrebbero fatto bene ad essere presenti ai lavori consiliari e farsi carico delle istanze del territorio .
Il primo cittadino non le manda certo a dire al direttore generale dell’Asl :
“La Morgante in questo modo continua a sottrarsi al confronto. Il consiglio provinciale era convocato da tempo, evidentemente sfugge perchè sa bene che una volta in questa aula, un luogo pubblico, avrebbe dovuto fornire spiegazioni e alla fine i fatti e i numeri le avrebbero dato torto. Le scelte che ha compiuto con l’atto aziendale non tengono minimanete conto di quanto, invece, contempli il piano sanitario regionale predisposto dal governatore De Luca con il quale tutti noi amministratori ci siamo interfacciati” – spiega il sindaco Vignola.
Sale la tensione dunque e quello che doveva essere un momento di discussione proprositivo pare stia diventando un braccio di ferro il cui esito, in ogni caso, sarà a discapito della gente. Proprio qualche giorno fa il Presidente di Palazzo Santa Lucia, in visita ufficiale a Mercogliano, aveva esortato gli amminitratori a superare le lamentale e a darsi da fare.
Non ci sta il primo cittadino della città della concia:” Il governatore non viene correttamente informato da chi dovrebbe. In gioco non c’è certo l’ospadale sotto casa per quanto concerne il Landolfi. Una struttura sanitaria a servizio di 25 comuni del distretto di Atripala con un bacino di utenza pari a 100 mila abitanti; che serve inoltre le zone del Vallo Lauro Baianese, dell’Agro Nocerino Sarnese con una bacino di utenti che supera le 200 mila unità. Un struttura che si trova al servizio di un polo industriale e turistico, che è vicino alla sede universitaria, che è ubicata lungo un raccordo autostradale. E cosa più importante è di supporto all’ospedale Moscati di Avellino. Se chiude il Landolfi crolla pure la città ospedaliera”- precisa.
In sostanza nel piano aziendale per il nosocomio della città della concia viene prevista una riduzione di posti letto consistente. Dai 131 attuali si arriverebbe a 100 posti letto ed una struttura sanitaria così rischia la chiusura. Le scelte del direttore Morgante, inoltre, sarebbero state compiute in modo incomprensibile e in netto contrasto con le direttive del piano regionale sanitario.
Secondo quanto riferisce sempre il sindaco Vignola nel piano regionale per il Landolfi sarebbe indicata la presenza del Pronto Soccorso per traumi , un riferimento specialistico di emergenza pediatrica e la terapia intensiva con 4 posti letto.” Inopinatamente vengono ridotti posti letto anche se poi nell’atto aziendale ci sono nelle previsioni ma sono nell’allegato e come annuncio. Mi riferisco ai 18 posti letto di psichiatria dei quali, annunciati nell’allegato, si perde traccia nello scritto del provvedimernto. Non si sa infatti a quale ospedale facciano riferimento e con che modalità è prevista la loro attivazione. Tutto questo nell’ambito delle SPTC. Solofra non può assolutamente perdere questa possibilità; ci stiamo battendo anche per questo. I consiglieri regionali avrebbero fatto bene a partecipare alla seduta di queta mattina. Bisognava che ci fosse un confronto con noi sindaci che siamo autorità sanitaria locale, ma cosa più importante, siamo depositari delle necessità delle nostre comunità. Cercheremo di proseguire sulla strada del confronto politico ed istituzionale ma siamo pronti anche a ricorrere al Tar. Sappiamo bene che la strada sarà difficile. Ma è una battaglia che vogliamo portare avanti” – conclude.
La questione non riguarda più le proteste sollevate nel tempo per la mancanza di anesteisti, condizione che spesso fa registrare a Solofra il blocco della sala operatoria e quindi la riduzione degli interventi. Non è più circoscritta al numero di nascite che ha fatto registrare un calo che ha riguardato, però, il solo anno 2015. Ad oggi al Landolfi si registrano più di 500 parti all’anno che sono il riscontro immediato all’operatività del punto nascite. La questione va ben oltre e si scontra con una scelta compiuta senza ascolto, cosa che invece non è avvenuta, nel raccono dei sindaci irpini, per il piano regionale sanitario dove c’è stata massima concertazione.
Un piano sanitario regionale, che è pur vero che De Luca ha manifestato di non volere cambiare di una virgola, ma che evidentemente riesce ad inglobare le necessità di un territorio come quello della provincia irpina, che, forse anche per la sua morfologia territroriale, soffre di un isolamento allarmante. Probabilmente l’auspicata aspettativa di vita migliore passa anche attraverso proposte sanitarie efficienti e rispondenti ai bisogni di chi vive il territorio.
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