Legge elettorale: Governo, momento clou, cinque fiducie su Rosatellum

Un momento della protesta del Movimento 5 stelle durante la discussione sulla Riforma Elettorale al Senato. Roma, 24 ottobre 2017. ANSA/CLAUDIO PERI
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Il Rosatellum 2.0 approda in Aula al Senato in un clima tesissimo, dopo l’abbandono, ieri, da parte di M5s, Mdp e Si della Commissione Affari costituzionali, durante il voto degli emendamenti.  Il governo ha posto nell’Aula del Senato cinque questioni di fiducia su cinque dei sei articoli del Rosatellum 2.0. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro. Per protestare contro la fiducia sulla legge elettorale, i senatori del gruppo M5s hanno posto delle bende bianche sugli occhi. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha convocato la Conferenza dei capigruppo: la riunione servirà per stabilire i tempi delle votazioni.

Si terrà domani alle 14 la prima chiama dei cinque voti di fiducia sul Rosatellum 2.0. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo del Senato, che ha fissato a giovedì alle 12 il voto finale sul provvedimento. La capogruppo di Sinistra italiana, Loredana De Petris, al termine della seduta al Senato, ha occupato la sedia del presidente del Senato Pietro Grasso, in segno di protesta contro la scelta di porre la fiducia sulla legge elettorale. In seguito otto senatori di M5S si sono seduti ai banchi del governo.

“Noi votiamo contro queste fiducie e quindi come Mdp usciamo anche formalmente da questa maggioranza”. Lo dice la capogruppo di Articolo 1-Mdp Cecilia Guerra lasciando la conferenza dei capigruppo. L’Aula del Senato ha respinto con alzata di mano le questioni pregiudiziali presentate da M5S e Sinistra Italiana contro la riforma della legge elettorale. L’Aula del Senato, sempre con alzata di mano, ha respinto anche la questione sospensiva presentata dal M5S. I parlamentari 5 stelle avevano chiesto di votare a scrutinio segreto ma il presidente di Palazzo Madama aveva dichiarato inammissibile tale richiesta.

Pietro Grasso ha negato il voto segreto, richiesto da Si e da M5s, sulle pregiudiziali e sulla questione sospensiva. Tanto Si, con Loredana De Petris, che M5s, con Vito Crimi e Giovanni Endrizzi, avevano chiesto di votare a scrutinio segreto solo la parte dei rispettivi documenti che riguarda le minoranze linguistiche, materia per la quale il Regolamento del Senato autorizza il voto segreto. Ironico Karl Zelelr: “grazie colleghi di M5s per l’attenzione alle minoranze linguistiche. Tutti gli emendamenti di M5s sono tutti volti a discriminare le minoranze linguistiche, e non a tutelarle”.

“L’eventuale fiducia sulla legge elettorale – aveva detto Roberto Speranza a Radio Capital – non sarà l’ultimo voto di questa legislatura ma il primo della prossima: vorrà dire che avremo le larghe intese Fi-Pd. Io chiedo al Pd di fermarsi”. “Se rinunciano a chiedere i voti segreti ci penseremo seriamente se mettere o meno la fiducia”, ha detto il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti rispondendo al Senato alla domanda dei cronisti se il voto di fiducia sul “Rosatellum” sarebbe stato ugualmente chiesto dal governo nel caso in cui le opposizioni avessero rinunciato ai voti segreti. Per il momento solo il M5S di voti segreti ne ha chiesti 17. Ieri Pizzetti prima della seduta della Commissione aveva già preannunciato la fiducia in Aula per evitare i voti segreti, come “legittima difesa” dinanzi al ricorso “ostruzionistico” delle minoranze al voto segreto.

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