Napoli – Sostanziali riduzioni di pena ieri, decretate dalla Corte di Appello di Napoli, nei confronti di 18 persone che la Direzione Distrettuale Antimafia ritiene legate al clan napoletano Montescuro. Oltre che per il figlio dell’anziano capoclan Carmine Montescuro, Antonio (quest’ultimo difeso dagli avvocati Annalisa Senese e Enrico Di Finizio), a cui la condanna è stata ridotta da 11 anni a 5 anni e 8 mesi di reclusione (con una multa da 4mila euro), le pene sono state ridotte, perlopiù per concessione delle attenuanti generiche, anche per Gennaro Aprea (8 anni di reclusione e 8mila euro di multa); Nino Argano (13 anni e 4 mesi e 12666 euro di multa); Francesco Luca Caldarelli (8 anni e 10mila euro di multa); Sergio Grassia (3 anni, un mese e 10 giorni e 4mila euro di multa); Vincenzo Milone (8 anni e 4 mesi e 10mila euro di multa); Carmine Montescuro (10 anni e 8 mesi di reclusione e 10mila euro di multa); Raffaele Oliviero (3 anni, un mese e 10 giorni di reclusione e 4mila euro di multa); Salvatore Riccardi (7anni e 4 mesi di reclusione e 8mila euro di multa); Gennaro Rinaldi (3 anni un mese e 10 giorni e una multa 4mila euro) e Gennaro Tarascio (7 anni e 4 mesi e una multa di 8mila euro). I giudici, infine, hanno ritenuto di non dover procedere nei confronti di Giuseppe Cozzolino per estinzione del reato in quanto deceduto. Le condanne in primo grado sono state invece confermate per Salvatore D’Amico, Dario Carlo, Mario Reale e Stanislao Marigliano. Il collegio difensivo è stato composto, tra gli altri, dagli avvocati Annalisa Senese, Enrico Di Finizio, Sergio Lino Morra (che ha difeso Sergio Grassia), Giovanni Abet (che ha difeso anche Dario Carlo), Leopoldo Perone e Antonio Cardillo (che hanno difeso, tra gli altri, Carmine Montescuro, nipote del presunto capoclan, ndr).
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