Capaccio Paestum: “Agricoltori in ginocchio”, l’appello delle associazioni di categoria

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Capaccio Paestum (Sa) – “Agricoltori in ginocchio, tra aumento dei prezzi e lungaggini della burocrazia”. È l’appello che arriva dai presidenti delle associazioni Associazione Italiana Coltivatori e Sviluppo Agricoltura Progresso, Donato Scaglione e Daniele Petrone, a seguito di un incontro con le aziende della Piana del Sele sulle problematiche che attanagliano il settore agricolo.
“Un altro anno in rosso per le nostre aziende agricole. Ancora una volta-spiegano- i ritardi della politica, la burocrazia, e l’aumento vertiginoso dei prezzi della materia prima tra cui semi, gasolio, mangimi, concimi, gas ed elettricità, non è seguito un aumento del ricavo per i produttori poiché il prezzo di vendita all’origine non ha subito aumenti, mentre il prezzo al consumo si è addirittura triplicato a vantaggio della grande distribuzione, mortificano i produttori e danneggiano i consumatori. Come sempre-spiegano- a pagarne le conseguenze è l’anello più debole e cioè i produttori e i consumatori. Una tendenza -avvertono le associazioni di categoria-che sarà irreversibile se da subito non si inverte la rotta.
Gli effetti devastanti per la nostra economia sono già evidenti come l’esclusione dal circuito produttivo delle piccole e medie aziende, l’accorpamento della proprietà fondiaria e l’indebitamento. Condizioni queste, nelle quali -chiosano- si possono verificare eventi quali usura e infiltrazione della criminalità organizzata nei processi produttivi e nella gestione della forza lavoro, otre al caporalato, allo sfruttamento della manodopera sottocosto, ai casi di sofisticazioni alimentari per abbattere i costi di produzione a danno della salute dei consumatori, ecc. .
La provincia di Salerno- avvertono- rappresenta il cuore pulsante dell’economia agroalimentare della nostra regione con un consistente patrimonio demaniale e pubblico, ma ora vive un profondo mutamento del proprio tessuto socioeconomico a causa di strategie calate dall’alto, prive di ogni forma di concertazione e programmazione. Occorre ripartire dai territori -chiedono con un appello congiunto indirizzato alle Istituzioni- occorre ridare centralità alla loro naturale vocazione, valorizzando paesaggi, bellezze naturalistiche e architettoniche legate al mondo rurale e alle produzioni, oltre ad istituire un presidio-osservatorio che sia capace di guardare all’evoluzione dei nuovi processi in atto nel comparto agricolo per indirizzare e programmare il cambiamento dal basso, attraverso la partecipazione di tutti. Agricoltura di qualità e di eccellenza-chiosano-invitando associazioni, cittadini, politica e Istituzioni, a dialogare per mettere in campo soluzioni per la valorizzazione del comparto e dei lavoratori agricoli”.

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