Colliano (Sa) – “Assolto perché il fatto non sussiste”. Con questa motivazione, Mario Alvaro Carbone, finito insieme ad altre dieci persone, sotto processo per gli attentati con l’esplosione di bombe carta usate nel 2017 ai danni di bar, ristoranti e night club a Colliano con lo scopo di annientare la concorrenza, è stato assolto dal giudice per le udienze preliminari, Gerardina Romaniello.
Ventitré anni, operaio, Carbone, difeso dall’avvocato Giuseppe Grimaldi, aveva scelto la celebrazione del processo con il rito abbreviato, a seguito della richiesta di condanna avanzata dal Pm, di 8 anni e mezzo di carcere. Richiesta, respinta dal giudice per le udienze preliminari che ha assolto il giovane.
Una vicenda giudiziaria scaturita a seguito delle indagini scattate con gli attentati intimidatori ai danni di alcuni imprenditori dell’Alto Sele, nel 2017.
Indagini condotte dai carabinieri che portarono il Gip ad emettere 11 misure cautelari, nei confronti di Biagio Scaglione, Mirela Simon, Mario Alvaro Carbone, Daniele Vuocolo, Gerardo Sandro Falcone, Lorenzo e Gerardo Raimo, Gregorio Ursi, Torsiello Maurizio detto Mauro, Gizzi Marco ed Esposito Gennaro, tutti accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso con lo scopo di commettere delitti contro il patrimonio, contro l’industria ed il commercio, contro la fede pubblica, detenzione di armi, estorsione e ricettazione, per gli attentati esplosivi ai danni del bar Colorado Café, J’adore Café e del night club Eden, siti tra i comuni di Colliano, Oliveto Citra e Contursi Terme.
Una vera e propria organizzazione criminale secondo gli inquirenti salernitani, ramificata in tutta l’Alta Valle del Sele, dedita alle estorsioni, allo spaccio di sostanze stupefacenti, ai furti nelle abitazioni, ai furti di cani di razza e alla vendita di banconote false, che teneva ostaggio della paura, decine di imprenditori del cratere salernitano.
A capo dell’organizzazione, l’imprenditore di Colliano, Biagio Scaglione, attualmente unico detenuto presso il carcere di Fuorni ma per un’altra causa. Insieme a Scaglione, una seconda mente, una giovane donna che all’epoca dei fatti era la sua compagna, la rumena Mirela Simion, oggi libera.
I due, secondo la Procura di Salerno, con la complicità di altre nove persone complici, residenti tra Colliano, Napoli, San Gregorio Magno, Oliveto Citra e Laviano, avrebbero messo in atto gli attentati intimidatori con le bombe carta allo scopo di ottenere l’egemonia sugli affari economici che gravitano intorno alle attività commerciali legate alla presenza di locali notturni, bar e ristoranti siti tra contrada Macchia, Ponte Oliveto e Bagni.
Accuse queste, dalle quali Mario Alvaro Carbone, ritenuto di essere uno degli esecutori materiali dei raid esplosivi, è stato assolto. Per gli altri invece, è tutto al vaglio del Gip Romaniello che, alla luce di quanto esposto dal collegio difensivo dei nove e delle parti civili, composto dai legali Vincenzo Morriello, Alfredo Lo Pilato, Pasquale Freda, Ada Carasia, Vincenzo Speranza, Antonio Zecca, Giuseppe Grimaldi, Giuseppe Della Monica, Rocco Pecoraro, Michele Cuozzo, Giovanna Eliana Fiore, Antonella Mastrolia e Vincenzo Mazzotta, dovrà decidere sul futuro degli otto per i quali la Procura ne aveva chiesto il rinvio a giudizio.
“Il sistema giustizia ha funzionato – commenta soddisfatto l’avvocato Giuseppe Grimaldi, difensore di Mario Alvaro Carbone – Questa assoluzione è la garanzia di una giustizia efficiente ed attenta”.
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