NAPOLI – “Mossa del cavallo”: modo di dire entrato nel comune linguaggio politico, tant’è che il dizionario Zanichelli la definisce non solo come lo spostamento a elle di quel pezzo sulla scacchiera, ma anche, dal punto di vista figurato, come una iniziativa abile e inattesa, fatta di velocità spiazzante rispetto alla routine e alla linearità scacchistica, che permette di liberarsi da un impedimento o di uscire da una situazione critica.
Bene. La mossa del cavallo questa mattina l’ha fatta Fulvio Martusciello, coordinatore cittadino di Forza Italia, quando ha convocato, assieme al vice Franco Silvestro, al capolista Pasquale Perrone Filardi, e l’avvocato Giuseppe De Gregorio, la stampa per annunciare che oggi avrebbe inoltrato al Tar formale ricorso per escludere la lista di ‘Azzurri per Napoli – Noi Sud – Italia Viva’, quella che raggruppa gli ex forzisti di Stani Lanzotti e i renziani, dalla prossima contesa elettorale.
Gaetano Manfredi, così, rischia di perdere per strada una delle 13 liste che lo sostengono, quella “gamba riformista, liberale e moderata” che ha sempre decantato.
Ma da dove prende piede la mossa di Forza Italia? Dal caso di Angela Baiano, candidata con i “Repubblicani Democratici”, altra lista a sostegno di Manfredi, ma, prima ancora, anche con “Azzurri per Napoli”.
In pratica, la Baiano ha sottoscritto due candidature. La qual cosa non è passata inosservata agli occhi della commissione prefettizia, tant’è che in un primo momento l’ha esclusa dalla elezioni in quanto la legge non consente una doppia candidatura per la stessa carica.
Sta di fatto che il Tar, però, ha rimesso in pista la Baiano nella lista “Repubblicani Democratici” dando per buona la ricostruzione della diretta interessata, come si legge nella sentenza dei giudici amministrativi: ovvero che era stata candidata “a sua insaputa” anche in “Azzurri per Napoli”.
Ora, proprio da questo passo della sentenza del Tar, prende corpo il ricorso di Forza Italia. “E’ come se io avessi sostenuto che nella lista di Forza Italia ci fosse anche Richard Gere”, ha esemplificato Martusciello.
“Il vizio – ha spiegato l’avvocato De Gregorio – travolge e infetta l’intera lista. Per questo ne chiediamo l’annullamento e l’esclusione dalla competizione elettorale“.
E ancora Martusciello: “Speriamo solo che il Tar possa esprimersi velocemente, altrimenti l’intero esito delle elezioni a Napoli potrebbe essere messo in discussione a urne chiuse”.
Stani Lanzotti, il leader di Azzurri per Napoli, e Graziella Pagano, la coordinatrice cittadina di Italia Viva, si sono affrettati a derubricare la mossa di Martusciello come “disperata e giuridicamente infondata”.
Ma c’è da dire che finora il Tar ha dato ragione a Forza Italia: Giuseppe Pistone, ad esempio, è regolamente in campo e corre sia da presidente della VII Municipalità che da consigliere comunale (“pur avendo perso 14 giorni di campagna elettorale”).
E, a sentire il professor Perrone Filardi, rischia di aver esiti davvero spiacevoli anche il caso del professor Bruno Amato, docente alla Federico II nonchè candidato nella lista “Moderati con Manfredi”, che voleva creare una sorta di comitato elettorale nell’Università. “Il 28 agosto, alle 5:29 di mattina, anche a me è arrivata la sua mail – ha raccontato Perrone Filardi – Chiedeva nome, cognome, foto e posizione accademica: una vera e propria schedatura, l’ennesima ingerenza della politica nel nostro ateneo. Fortunatamente, ora abbiamo un Rettore davvero indipendente e terzo alla Federico II. Ma Bruno Amato, per il buon nome dell’istituzione che rappresenta, farebbe bene a ritirarsi dalla corsa al consiglio comunale”.
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