Benevento – Marco Baroni e il Benevento, una storia che non finirà finché sarà vivo il ricordo dell’impresa. E che impresa, quella che portò a compimento l’allenatore fiorentino qui nel Sannio. Prima che sedesse sulla sua panchina, la Strega non aveva mai giocato in serie B. Lui lo condusse addirittura in A sfatando al tempo stesso un altro tabù: vincere i play off, da queste parti considerati una maledizione dal ’99 in avanti.
Era l’estate 2016 quando Oreste Vigorito – dopo la rottura con Gaetano Auteri – decise di affidargli il timone del Benevento neopromosso. Lo ‘skipper’, come lo chiamavano a Novara in virtù della sua passione per il mare e la navigazione, accettò con entusiasmo e fece volare la squadra verso cieli mai esplorati prima. A un grande girone di andata fece seguito un periodo di appannamento che rischiò di compromettere tutto. Poi la rinascita in primavera, la risalita, l’apoteosi del gol di Ceravolo contro il Frosinone, l’approccio ai play off con la leggerezza giusta. Sarà anche vero che non esistono promozioni più belle o più brutte, che a contare è la sostanza, ma quell’anno qualcuno rischiò seriamente di rimetterci la pelle.
Momenti indimenticabili per il pubblico giallorosso, ricordi che hanno superato anche l’amarezza dell’esonero dopo nove sconfitte consecutive in serie A, una categoria in quel momento esageratamente grande sia per lui che per la Strega, cenerentola del campionato senza un briciolo di esperienza. Fu una debacle, ma nulla in confronto a quanto compiuto nei mesi precedenti, quando la città conobbe l’ebbrezza del salto nel paradiso del calcio.
Non sarà la prima volta, dicevamo, di un Baroni avversario nelle vesti di ex. Accadde già il 30 ottobre 2019, quando affrontò i giallorossi da tecnico della Cremonese perdendo 2-0 al Vigorito. Un gol sul filo del fuorigioco di Coda – sua attuale punta di diamante a Lecce – e il raddoppio in extremis di Improta lanciarono il Benevento sulla via del riscatto dopo il tumultuoso 4-0 di Pescara. Non ebbe l’occasione della rivincita, Baroni, perché fu esonerato prima che arrivasse il match di ritorno.
Anche per lui, che a Benevento ha totalizzato 58 panchine tra serie A, serie B e coppa Italia, l’ingresso al Ciro Vigorito confluirà in un momento singolare. E tutte quelle immagini ancora nitide gli passeranno davanti: lui claudicante per un problema all’anca ma la squadra no. I suoi ragazzi che lo portano in trionfo, i cori della Sud, la premiazione, l’invasione di campo successiva, l’abbraccio dei tifosi. Un treno ad alta velocità carico di nostalgia si fermerà giusto davanti alle panchine. Poi la parola passerà al rettangolo verde, alla partita e alle sue strategie, agli obiettivi attuali. Che coincidono con quelli del collega Fabio Caserta, tra l’altro un ex anche lui, dato che nel Lecce militò nella stagione 2008/2009. Quanti incroci venerdì prossimo, per evitare collisioni toccherà star ben attenti a chi dare la precedenza. Alle emozioni di sicuro no.
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