La mamma di Simonetta Lamberti in campo: “Così voglio dare il mio contributo per Napoli”

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NAPOLI – Angela Procaccini: scrittrice, poetessa, per 3 anni in Commissione Adozioni Internazionali presso la Presidenza del Consiglio, dirigente scolastica all’Istituto ‘Bianchi’ di piazza Montesanto.
 
“Oggi è stato il primo giorno del nuovo anno scolastico. Col Green Pass, non le dico. Ma la nostra scuola ha un forte valore anche simbolico in quel quartiere. Il complesso seicentesco che ci ospita, con la Fondazione Grimaldi e la Comunità di Sant’Egidio, è più che mai un luogo di cultura e solidarietà”.
 
Angela Procaccini, moglie del magistrato Alfonso Lamberti, mamma di Simonetta.
 
“Il 29 maggio 1982 la camorra avrebbe voluto ammazzare mio marito, ma ferì a morte solo nostra figlia di 11 anni che era con lui in macchina”.
 
Angela Procaccini, candidata al consiglio comunale: un simbolo.
 
“Trentanove anni dopo, avverto più che mai il bisogno di fare qualcosa per il prossimo”.
 
Non basta mai.
 
“Ho il sacro fervore di una educatrice”.
 
A scuola, coi ragazzi.
 
“A scuola, a Nisida coi minori detenuti. Ovunque. Evidentemente, è la mia reazione al male che ho ricevuto”.
 
Al tanto male che ha ricevuto.
 
“Il buco nero della morte di una figlia difficilmente si supera. Si può tentare di farlo solo cercando di fare del bene. Ogni volta che ci riesco, per me, è una rinascita”.
 
Ora in politica.
 
“Bisogna avere la capacità di sognare per continuare a progettare, per continuare a vivere. Ora sarò felice se potrò aiutare ancora di più rispetto a quanto abbia già cercato di fare finora con la mia professione”.
 
Per la prima volta è candidata.
 
“Ma la politica già mi aveva cercato. Questa volta, per il consiglio comunale, mi volevano 4 partiti, sia di destra che di sinistra”.
 
Ha scelto Europa Verde.
 
“E’ quello che avverto più vicino a me. A cominciare dal nome: sono una convinta europeista. A scuola, abbiamo aderito ai progetti Socrates, Comenius. L’Unione è il nostro orizzonte. La fonte di tutte le nostre opportunità. E sono una convinta ambientalista: ormai, la priorità assoluta di tutti se vogliamo assicurare la sopravvivenza del genere umano sul nostro pianeta”.
 
Anche Palazzo San Giacomo dovrà fare la sua parte.
 
“Al Comune ho già cercato di dare il mio contributo. A titolo volontario e gratuito, ho collaborato per 8 anni con il vicesindaco Enrico Panini per dei progetti di formazione. Occorre dare speranza, costruire percorsi”.
 
Intanto è la sua prima campagna elettorale.
 
“Mi sto accorgendo che la politica è lo specchio fedele della città. E’ un mondo variegato. Ma, proprio come Napoli, ha anche il suo lato affascinante. Io voglio dare un contributo senza troppe chiacchiere: con tanta concretezza”.
 
Gaetano Manfredi ha dichiarato che, nel caso venisse eletto nuovo sindaco di Napoli, vorrà dare molto spazio alle donne proprio per la loro pragmaticità.
 
“Avrebbe ragione a farlo: dopo secoli di sopraffazione, sappiamo come agire. Io, del resto, mi guardo attorno e vedo moltissime dirigenti scolastiche e figure come Benedetta De Falco o Mirella Barracco così stimolanti. Diciamo che, rispetto agli uomini, sappiamo anche sacrificarci di più per gli altri”.
 
In una lista che sostiene Alessandra Clemente, si candida anche Antonio Piccirillo, il figlio del boss della Torretta.
 
“Sono contenta che lo faccia. Ha preso le distanze dal padre: bisogna dargli fiducia. A scuola, quando un ragazzo a rischio dimostra buona volontà, lo si valorizza”.
 
Il Prefetto Valentini e il Procuratore Riello hanno detto che per candidarsi o amministrare Napoli si deve avere un “quid plus” rispetto a quanto prescrive la legge.
 
“Per me hanno ragione a chiederlo. Al di là della legge, non si possono avere macchie. Non è il caso di Antonio Piccirillo, evidentemente, visto che ha pubblicamente rinnegato lo stile di vita del padre. Ma non bisogna avere elementi di confusione”.  
 
Il Tar ora costringe il Comune a cancellare il murales di Ugo Russo ai Quartieri.
 
“Credo che, al di là di questo caso, è giusto che sia l’amministrazione, la politica ad indicare le regole precise secondo le quali possono essere realizzate queste opere”.
 
Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, ha scritto che il murales verrà coperto con tanta ipocrisia.
 
“Ha ragione: non può essere una scelta che può prendere un tribunale scrivendo di voler tutelare “la presenza di numerose vestigia di epoca greco-romana” ai Quartieri Spagnoli. Lo dico da laureata in archeologia, tra l’altro. E’ la politica che se ne deve assumere la responsabilità”.
 
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“Mi danno un fastidio orribile questo genere di opere. Sono deleterie”.
 
Lo dice da educatrice.
 
“Lo dico perchè noto l’effetto che fanno agli occhi di un adolescente. Offrono ai ragazzi, con un mezzo potentissimo, un modello sbagliato. Un modello che noi cerchiamo di combattere tutti i giorni”.
 
Gli autori sostengono che alla fine i loro lavori hanno una valenza positiva.
 
“A differenza della tragedie greche, io non ci ravvedo alcun valore catartico: “atto a purificare”, a rendere chiaro i veri valori per cui vale la pena vivere”.
 
Se le chiedessero di fare una serie o una fiction sulla sua storia?
 
“Direi di sì. Vede, io soffro terribilmente a ripercorrere la mia vicenda, quella di Simonetta e di mio marito. Ma ogni volta che lo faccio e finisco in lacrime, notare di toccare emozionalmente centinaia di ragazzi mi dà la consapevolezza di star facendo la cosa giusta”.  
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