Napoli – Matteo Cosenza: col sacro fuoco per la politica (Paolo Macry una volta ricordò che anche lui divenne comunista in occasione di un funerale: quello di Togliatti nel 1964) e per il giornalismo e i giornali (ne ha inventati e diretti diversi da quando è nato o giù di lì, 72 anni fa).
“Ora mi trovo nel mio buen retiro abbruzzese”.
Meno male: c’è un caldo che si soffoca.
“Ma anche qui non si dorme più la notte: a Lettopalena, un paesino di 300 anime a 700 metri sul livello del mare, sotto la Maiella. Fu bombardato dai tedeschi e da allora ha perso 3/4 della sua popolazione. Una storia lunga”.
Cosa resiste?
“Internet, per fortuna: non avrò la mia mazzetta dei giornali come una volta, ma la possibilità di leggerli sì”.
L’intervistato esponga sulla stampa e la campagna elettorale di Napoli.
“I giornali, in generale, vivono una fase difficile, di debolezza. I miei tempi erano migliori”.
Il Corriere del Mezzogiorno, per il quale è un editorialista di punta, oggi apre con una intervista al candidato sindaco del centrodestra Catello Maresca: “Il De Luca Ter è incostituzionale”.
“Questa è una questione interessante per capire la cifra del nostro Governtore”.
In che senso?
“E’ attaccato al potere”.
Scuola comunista anche lui.
“Diciamo che De Luca conosce i meccanismi del potere”.
Quali sono?
“Ci sono 2 strade per conservare il consenso: quella delle grandi idee e quella del grande potere”.
Nel caso in esame, il potere per il potere.
“Sì. Anche se non è certo quello di De Luca l’unico esempio. Ha ragione Marco Demarco quando scrive che siamo di fronte a uno “Stato mentitore”.
Con le sue norme permette tutto e il contrario di tutto.
“Anche ad altri Governatori. E non solo”.
Sempre Maresca al CorMezz dichiara che “in politica serve un ricambio”. Un auspicio che può valere anche per il candidato sindaco Antonio Bassolino.
“Sono molto amico di Bassolino”.
E cosa gli ha detto?
“Antonio, ti voglio bene. Mi dispiacerebbe molto una tua cocente delusione”
E cosa gli ha risposto?
“Mah, vedremo”.
Non si ferma per nulla al mondo.
“Per tre ragioni. Perchè la politica è la sua vita. Perchè è legato indissolubilmente a Napoli. Perchè è spinto da un moto di orgoglio dopo le sue vicissitudini giudiziarie”.
Avanti per fatto personale.
“Anche per questo, sì. E anche per andare contro il Pd. Sta facendo una cosa sconsigliabile, ma allo stesso tempo prodigiosa”.
Anche Enrico Letta gli ha chiesto scusa.
“Ma il Pd, dal primo momento, a Napoli, ha costruito un progetto senza Bassolino. Se non si fosse candidato avrebbe fatto il grande vecchio a Mergellina”.
Claudio Velardi già 5 anni fa, subito dopo l’esito per lui negativo delle primarie, si accorse che voleva ritentare la scalata a Palazzo San Giacomo.
“Bassolino è uno degli uomini più cocciuti che abbia mai conosciuto. Ma anche tra quelli col fiato più lungo”.
Secondo i sondaggi, costringerà il centrosinistra di Gaetano Manfredi al ballottaggio con il centrodestra di Maresca.
“La partita è aperta. E Bassolino comunque ne è un protagonista”.
Positivo o negativo?
“Maresca ha dichiarato che in caso di ballottaggio tra lui e Manfredi lo voterebbe. L’ha fatto per una captatio benevolentiae in realtà: pensandosi lui al ballottaggio con Manfredi. Ma io, fossi nell’ex pm, starei attento”.
Colpo di scena.
“Io ho molti dubbi circa la tenuta di Maresca: le contraddizioni in cui cade quotidianamente gli presenteranno il conto. Il miracolo Bassolino è ancora possibile”.
Sempre Velardi, però, sostiene che non ha un’idea, una visione nuova da proporre per Napoli.
“Le 120 pagine di programma annunciate da Berardo Impegno per Manfredi ne hanno, invece? Non ne sarei sicuro. Manfredi non mi pare che dica nulla di particolarmente intricante. Maresca un giorno dice una cosa, il giorno dopo il contrario. Bassolino mi pare il più serio”.
A lei la convince di più.
“Il suo punto fermo del rammendo della città, ad esempio”.
Bassolino sostiene che ora la città è davvero scassata, come da slogan del primo De Magistris: “Scassiamo tutto”.
“Con lui, adesso, se la vedranno i miei amici calabresi”.
Lei ha anche diretto il “Quotidiano della Calabria”.
“E dico che lì, anche se il centrodestra è favorito, con il centrosinistra in difficoltà, potrebbe approfittarne proprio De Magistris: è un pessimo amministratore, ma ha un fiuto incredibile”.
Che lo porta dove?
“A sfruttare la situazione laddove il centrosinistra e il Pd sono allo sbando più totale. Dopo i due colpacci che gli hanno valso Palazzo San Giacomo, se gli riesce anche questa, chapeau“.
Intanto, qui a Napoli…
“Poteva risparmiarsi di utilizzare Alessandra Clemente come agnello sacrificale. Dei 4 candidati a sindaco è l’unica fuori dai giochi”.
Magari cadrà anche lei nella tentazione di Manfredi.
“Ne vedremo delle belle con 13 liste. Un numero che porta pure male”.
Manfredi ha dichiarato che le terrà a bada ispirandosi a Jacques Delors e Maurizio Valenzi.
“Valenzi aveva una biografia leggendaria”.
Lui è stato rettore della Federico II e ministro.
“Ma ha la forza e l’esperienza politica per governare tenendo assieme 13 liste, dagli ex Forza Italia e Mastella a Bersani e i centri sociali?”
Rischia di scavarsi già ora la fossa.
“Un sindaco è chiamato a continue decisioni: ha la gente davanti alla porta. Buoni e cattivi. Non a caso Berardo Impegno si augura che il Pd risulti di gran lunga il primo partito della coalizione”.
Lei da bambino è stato juventino. Poi, complice il sinistro di Sivori, è diventato tifoso del Napoli. Ha i titoli per parlare di Catello Maresca.
“Strumentalizzare in campagna elettorale il calcio e il Napoli, venire fino a qui – Castel di Sangro, dove è in ritiro il Napoli, è a due passi dalla mia Lettopalena – è un’operazione volgare”.
Nè civica nè di centrodestra.
“Temo, però, adeguata ai tempi che viviamo. Con nessuno, o quasi, che nemmeno se ne scandalizza più. Rispetto ai miei, è cambiata sia la storia che la geografia”.
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